Svolta storica nella liturgia così come la si conosce da decenni. Da domenica 29 novembre, con l'inizio dell'Avvento, entra in vigore nella maggior parte delle diocesi italiane il nuovo messale e con esso le formule di alcune preghiere. Per prima cambia la formula consueta di quella più famosa del mondo, il Padre nostro.
Oggi, dunque, ultima domenica per la vecchia versione cambiata l'ultima volta nell'83, per le altre preghiere si potrà aspettare fino a Pasqua 2021, dopo tale data il nuovo messale sarà obbligatorio. Il nuovo protocollo comincia ufficialmente quasi un mese prima del prossimo Natale, giorno della messa più importante di tutte. Dall'orario alle presenze, dai cori alle processioni, Cts e Cei stanno approntando un nuovo elenco con le nuove indicazioni. Tra i nodi da sciogliere ai tempi del Covid, quello dell'orario che, per la sera del 24 dicembre, per come stanno le cose potrebbe impattare col "coprifuoco" delle 22 ancora in corso e quindi compromettere la partecipazione alla tradizionale Messa di mezzanotte. E non manca un occhio particolare al controllo degli ingressi, nel rispetto del distanziamento sociale e del numero massimo dei fedeli all'entrata in chiesa. Questo vale anche per i coristi e i fedeli sull'altare.
I cambiamenti 'verso per verso' Dalla prossima domenica, dunque, cambia per sempre il Padre Nostro, un cambiamento fortemente voluto da Papa Francesco. Nello specifico il versetto "non indurci in tentazione" che diventa "non abbandonarci alla tentazione". Una modifica che riguarda sostanzialmente la traduzione dal testo originale in greco antico. Questione delicata, perché tutti hanno imparato fin da piccoli a dire «e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male». Solo che «questa è una traduzione non buona», aveva spiegato alla fine del 2017 Papa Francesco: "Sono io a cadere, non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, aiuta ad alzarsi subito. Chi ci induce in tentazione è Satana, è questo il mestiere di Satana". Così, aveva aggiunto, «il senso della nostra preghiera è: “Quando Satana mi induce in tentazione tu, per favore, dammi la mano, dammi la tua mano”.
La nuova versione è già stata adottata anche da altre conferenze episcopali nelle loro rispettive lingue. Ma non sarà l'unico cambiamento. Il rito diventa un po' più 'rosa' con l'affiancamento del termine "sorelle" accanto a "fratelli". È stato rivisto in questo senso l'atto penitenziale. I cattolici a messa diranno dunque: "confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle...". Poi: "e supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i Santi e voi, fratelli e sorelle...". Inoltre il nuovo messale privilegerà le invocazioni in greco antico "Kirie, Eleison" e "Christe, Eleison" rispetto all'italiano "Signore, pietà " e "Cristo, pietà". Al momento del Gloria si dirà "Pace in terra agli uomini, amati dal Signore" e non più "agli uomini di buona volontà". Anche in questo caso si è cercata una traduzione più fedele all'originale greco del Vangelo. E ancora, la pace: 'Scambiatevi il dono della pace' sostituisce 'scambiatevi un segno di pace'.
Infine, la nuova formula del congedo al termine della messa: «Andate e annunciate il Vangelo del Signore». Le novità della liturgia saranno e sono ancora sconosciute a molti fedeli e anche forse ai sacerdoti anche a causa delle restrizioni anticontagio dovute alla pandemia, ma nell'introduzione al nuovo messale la Conferenza Episcopale Italiana raccomanda i preti a non praticare il fai-da-te, lanciando il monito a non "togliere o aggiungere alcunché di propria iniziativa", ricordando che la "superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura" non solo "pregiudica la verità della celebrazione ma arreca anche una ferita alla comunione ecclesiale". Un caso su tutti? quello del battesimo. Qualcuno invece che "io ti battezzo" diceva "noi ti battezziamo". Un vero e proprio abuso liturgico che - come ha avvertito lo scorso agosto lo stesso Papa Francesco - costa la validità del sacramento stesso.