Con 424 euro di media, Trapani è tra i primi dieci capoluoghi più costosi per la tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. L'indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prende come riferimento nel 2020 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.
La rilevazione è realizzata nell'ambito del progetto 'Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino', finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico (Dm 7 febbraio 2018). Catania è il capoluogo di provincia più costoso (504 euro stabile sul 2019), Potenza il più economico (121 euro).
Il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile online, gratuitamente dietro registrazione sul sito www.cittadinanzattiva.it rileva che la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2020 da una famiglia nel nostro Paese è di 300 euro.
Rispetto ai 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento (rispetto al 2019) in 30 capoluoghi, situazioni di stabilità in 27 e variazioni in diminuzione in 11. A Crotone l'incremento più elevato (+14,1%), a Venezia la diminuzione più consistente (-16,2%).
I 10 capoluoghi più costosi? Catania 504 euro; Cagliari 481 euro; Benevento 464 euro; Salerno 462 euro; Napoli 455 euro; Reggio Calabria 443 euro; Siracusa 442 euro; Agrigento 425 euro; Trapani 424 euro; Messina 422 euro.
Quelli più economici? Potenza 121 euro; Belluno 168 euro; Udine 169 euro; Vibo Valentia 184 euro; Pordenone 185 euro; Isernia 185 euro; Bolzano 190 euro; Brescia 191 euro; Trento 196 euro; Fermo 196 euro.
A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro, invariato rispetto al 2019), segue il Centro (304 euro rispetto ai 299 del 2019), infine il Sud, più costoso (349 euro, erano 351 euro nel 2019). Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2019 dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), gli italiani nel 2018 hanno prodotto 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (+2% rispetto al 2017). La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta al Nord (47,5%) seguito dal Sud (30,5%) e infine dal Centro (22%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 58,1% (+2,6 punti percentuale rispetto al 2017) mentre il 22% finisce in discarica.
A livello di aree geografiche, primeggia in raccolta differenziata anche in questo caso il Nord (67,7%) seguito da Centro (54,1%) e Sud (46,1%). Le percentuali più elevate e al di sopra del 70% si registrano in Veneto (73,8%), Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%); le più basse e sotto la soglia del 40% in Sicilia (appena il 29,5%) e Molise (38,4%).