Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
28/11/2020 07:20:00

Calci, pugni e maltrattamenti alla moglie. Condannato anche in appello marito violento di Marsala

 La quarta sezione penale della Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a tre anni di carcere che il 2 maggio 2019 il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte ha inflitto al 46enne marsalese A.A. per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate all’ex moglie (M.R.M., di 41 anni).

Le violenze sarebbero iniziate nel novembre 2015, quando la donna, dalla quale l’uomo ha avuto quattro figlie, decise di separarsi. E sarebbero andate avanti fino al settembre 2016. L'uomo avrebbe più volte colpito l’ex moglie con schiaffi, pugni e calci al volto, al torace e allo stomaco. E inoltre avrebbe anche fatto incursione nella sua abitazione, aggredendola, minacciandola di morte e distruggendo mobili e suppellettili.

In alcuni casi, l’avrebbe anche inseguita in auto. Nel processo, la donna e le figlie si sono costituite parte civile con l’assistenza dell’avvocato Maria Antonietta Tosto. A difendere l'uomo, per il quale, in primo grado, il pm Silvia Facciotti aveva invocato 4 anni di reclusione, è stato, invece, l’avvocato Giacomo Frazzitta. In primo grado, l'uomo è stato condannato anche all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, nonché al risarcimento, da liquidarsi in separata sede, della parte civile e al pagamento delle spese processuali da questa sostenute. Adesso, la Corte d’appello lo ha condannato anche al pagamento delle ulteriori spese processuali e a quelle sostenute dalla parte civile. In primo grado, con conferma adesso in secondo, A.A. è stato assolto per tre dei sei capi d’imputazione. E cioè per porto abusivo di arma da fuoco in luogo pubblico (davanti l’abitazione dell’ex moglie), uno dei contestati casi di lesioni a M.R.M. e mancato versamento degli alimenti alle figlie.

E’ stato, invece, condannato per avere colpito l’ex moglie con schiaffi, pugni e calci (22 agosto 2016), con pugni e calci al torace e allo stomaco (4 maggio 2016) e per i continui maltrattamenti dal novembre 2015 a fine settembre 2016. Un periodo che per la donna sarebbe stato un vero inferno. L'uomo, infatti, avrebbe anche fatto incursione nell’abitazione di M.R.M., aggredendola, minacciandola di morte e distruggendo mobili e suppellettili.