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02/12/2020 07:07:00

Mafia, processo “Annozero”. Bruno Giacalone: “Io anarchico, non posso essere mafioso”
 

 “Non posso essere un mafioso perché sono un anarchico. E proprio perché per mia natura anarchico, non faccio neppure parte di questo movimento”.

Lo ha dichiarato, in videoconferenza dal carcere dove è rinchiuso, il presunto mafioso di Mazara Bruno Giacalone, 59 anni, 24 dei quali trascorsi dietro le sbarre, imputato, con altri 14, davanti il Tribunale di Marsala, nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Annozero”, del 19 aprile 2018.

Giacalone, che ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee per contestare quanto affermato da un investigatore nella precedente udienza, ha poi citato gli antichi filosofi greci Socrate e Aristotele.

Chiedendo di potersi difendere parlando in aula, e non in videoconferenza, Bruno Giacalone ha affermato che Socrate diceva che “la verità è nella logica delle risposte”. Per tentare, subito dopo, di innescare un altro discorso sul “sillogismo di Aristotele”. A questo punto, però, il presidente del collegio giudicante, Vito Marcello Saladino, gli ha ricordato che doveva attenersi ai fatti del processo. Giacalone ha, inoltre, espresso il desiderio di potersi difendere parlando in aula e non in videoconferenza, davanti all’occhio di una telecamera. E il presidente Vito Marcello Saladino lo ha rassicurato, dicendogli che lo potrà fare quando sarà il momento, perché le regole del processo gli garantiscono questo diritto. L’udienza è, quindi, proseguita con la deposizione di un inquirente. Nel processo sono imputati quindici dei 33 presunti mafiosi o fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino coinvolti nell’operazione “Annozero” (blitz del 19 aprile 2018) che hanno scelto il rito ordinario. Tra i principali personaggi alla sbarra c’è Gaspare Como, uno dei cognati del boss latitante Matteo Messina Denaro. Gli altri imputati sono Gaspare Allegra, Vittorio Signorello, Giuseppe Tommaso Crispino, Calogero Giambalvo, Carlo Lanzetta, Nicola Scaminaci e Carlo Cattaneo, operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano, Dario Messina, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara, Giovanni Mattarella, Bruno Giacalone, Marco Buffa, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, Giuseppe Accardo e Maria Letizia Asaro di Campobello di Mazara.