Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/12/2020 14:00:00

Sicilia, 12 lavoratori in nero in due aziende. Tre prendono il reddito di cittadinanza

Sono dodici i lavoratori in nero scoperti in due aziende di Partinico dalla Guardia di Finanza. Undici sono stati trovati all'opera in un'azienda per la produzione di divani e uno in un'altra azienda che produce insegne luminose.

Tra questi lavoratori, inoltre, tre percepivano il reddito di cittadinanza, non avendone diritto. I militari hanno sequestrato le carte prepagate e denunciato alla Procura della Repubblica. Per i titolari delle aziende, invece, è scattata la max sanzione prevista per l'impiego di lavoratori in nero, che va da un minimo di 1800 euro a un massimo di 43mila. Qui i dettagli nel comunicato delle Fiamme Gialle:   

"I Finanzieri della Compagnia di Partinico, durante un accesso ispettivo presso due aziende di Partinico (PA), hanno individuato 12 lavoratori in nero di cui 3 facenti parte di nuclei familiari risultati percettori del reddito di cittadinanza.

In particolare, le Fiamme Gialle, al fine di verificare la corretta attuazione della normativa sul lavoro nonché il rispetto dei protocolli anti Covid-19, hanno ispezionato un’azienda attiva nella fabbricazione di poltrone e divani. In fase di accesso sono stati individuati ed identificati 21 soggetti, tutti intenti a svolgere attività lavorativa. Dalle dichiarazioni rese dai lavoratori e dai preliminari accertamenti svolti è risultato che 11 di loro si trovavano in una posizione irregolare e, pertanto, stante il superamento della soglia del 20% della manodopera irregolare impiegata, è stato proposto all’Ispettorato del Lavoro competente di adottare il provvedimento di sospensione dell’attività (ex art. 14 del D.Lgs. n. 81/2008, come sostituito dall’art.11 comma 1 lettera a del D.Lgs. 106/2009).

Medesima sorte è toccata ad un’altra azienda attiva nella fabbricazione di insegne elettriche, operante in uno stabile adiacente alla precedente impresa, che aveva impiegato 1 lavoratore “in nero” su 3 complessivamente individuati.

I successivi sviluppi investigativi hanno poi permesso di rilevare che tra i 12 operai “in nero” individuati, 3 risultavano inseriti in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza.

Per tale motivo, i Finanzieri hanno proceduto a sequestrare le tre carte prepagate sulla quale venivano corrisposte le somme indebitamente percepite per il Reddito di Cittadinanza e destinate all’intero nucleo familiare, denunciando i responsabili alla Procura della Repubblica di Palermo per l’ipotesi di reato di cui all’art. 7 del D.L. n. 4/2019 in quanto risultati beneficiari grazie all’omessa comunicazione della variazione della posizione lavorativa (seppure effettuata in forma irregolare).

Contestualmente, è stata data immediata comunicazione all’Istituto Nazionale di Previdenza Statale per la revoca del beneficio ed il recupero delle somme indebitamente percepite, risultate pari a quasi 10 mila euro.

Per i datori di lavoro, invece, si procederà all’applicazione delle maxi sanzione previste per l’impiego dei lavoratori “in nero” (sanzione pecuniaria da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 43.200 euro).

L’attività di servizio conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria affidato al Corpo della Guardia di Finanza, a contrasto di coloro i quali, accedendo indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraggono importanti risorse economiche destinate a favore di persone e famiglie che si trovano effettivamente in condizioni di disagio".