E’ stata ribaltata in appello la sentenza che in primo grado aveva visto condannata a otto mesi di reclusione la 33enne marsalese Samantha Trapani per “intemperanze” al Pronto soccorso dell’ospedale “Paolo Borsellino”.
I fatti contestati sono datati 3 settembre 2015, quando secondo l’accusa la ragazza si sarebbe scatenata contro medici e poliziotti. Questi ultimi chiamati dai primi. Adesso, però, la Corte d’appello di Palermo ha assolto la Trapani, accogliendo quindi le argomentazioni dell’avvocato difensore Vito Cimiotta. Secondo l’accusa, il 3 settembre 2015, la donna, nota anche per altre vicende giudiziarie, al Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino”, avrebbe usato violenza e minacciato due poliziotti intervenuti per riportarla alla calma (guadagnandosi l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale). Dall’ospedale, infatti, era stato chiesto un immediato intervento al Commissariato, perché la Trapani sarebbe andata in escandescenze “aggredendo il personale sanitario – si legge nel capo d’accusa – scagliandosi contro di loro mentre compivano un atto di servizio, profferendo parole oltraggiose e minacciandoli di morte, sferrando calci, pugni, testate e sputi” contro un poliziotto e “compiendo atti di autolesionismo quali dare testate contro le porte, nonché calci e pugni contro i muri e le barelle”. Altra accusa era quella di lesioni personali in danno di un poliziotto. Le è stato contestato, infatti, di avere sferrato calci, pugni e testate contro un poliziotto, provocandogli “trauma gamba, coscia e ginocchio sx e lieve trauma addominale”. L’agente fu giudicato guaribile in cinque giorni. In primo grado, a condannare Samantha Trapani è stato il giudice monocratico del Tribunale di Marsala.