L’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab) Sicilia, chiede un confronto con le categorie di settore e che vengano ritirati i testi in discussione sulla questione Sementi e OGM. Nella distrazione da pandemia, decreti di Natale e Mes, le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato stanno discutendo di tre proposte di Decreto legge (bozze num 208,211, 212) su sementi e materiale di propagazione (sementi, vite e piante da frutto).
E’ quanto accaduto il 12 dicembre nella distrazione generale, senza un dibattito e un vero confronto con le categorie interessate. Nessuna delle tematiche portate a discussione al Parlamento ha, infatti, alle spalle un dibattito , a né un confronto tra le categorie di settore. Non risulta neppure il confronto con il mondo del biologico né con quello ambientalista, che da tempo pongono la delicata questione delle sementi e che si sono mobilitati su OGM e NBT (New Breeding Techniques).
Solo grazie alla vigile attenzione di agricoltori informati e alla sensibilità di alcuni parlamentari siamo venuti a conoscenza, noi di Aiab, della discussione che temiamo strategicamente proposta a ridosso delle ferie natalizie e in un periodo oggettivamente difficile per comunicazioni e confronto. Per di più con tempi strettissimi di votazione, decisamente inopportuni vista la complessità e corposità della materia. AIAB Sicilia chiede con forza al Presidente della Regione Sicilia On. Nello Musumeci, all’assessore Agricoltura Regione Sicilia di richiedere in sede di Conferenza Stato Regioni il ritiro dei testi in discussione. Temi del genere vanno discussi apertamente, nel rispetto della volontà dei cittadini e con trasparenza.
Le proposte trattano in modo confuso temi complessi e delicati, tanto che si potrebbe pensare a una scarsa conoscenza della materia da parte dell’estensore. Si cerca infatti di regolamentare la commercializzazione in Italia di materiali geneticamente modificati (OGM) di cui è vietata la coltivazione, quindi la vendita. Peraltro in attesa di un quadro armonizzato in Europa alla luce della sentenza delle Corte di Giustizia
Europea del 25/7/2018 e senza che sia ancora stato definito in maniera chiara il dispositivo normativo. Ci sono molti delicati aspetti da chiarire non ultimo il divieto di coltivazione e l’obbligo di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti derivanti.
Per questo stupisce molto il silenzio assordante delle associazioni di categoria agricole di fronte alla frettolosa e approssimativa fuga in avanti.
Le proposte riprendono sin dall’incipit questioni ampiamente dibattute come la coesistenza tra OGM e altre colture, tipiche e biologiche, citando la legge 5 del 2005, appunto sulla coesistenza, dichiarata incostituzionale dalla Suprema Corte nel 2006.
Totalmente dimenticate le sementi contadine evidentemente di scarso interesse commerciale ma di altissimo valore per tipicità, biodiversità e capacità di adattamento. Così come non si tiene conto dei materiali evolutivi, meglio conosciuti come miscugli, che rientrano a pieno titolo nella normativa europea sul biologico.
Riteniamo noi di Aiab, che né Mipaaf e nè al Governo, possono sottovalutare non solo il parere contrario, più volte espresso dai cittadini e dal mondo del biologico e dell’ambientalismo, ma leggi in vigore, sorge immediatamente il sospetto che ci sia in atto un nuovo tentativo fraudolento di sdoganamento di OGM travestiti da NBT.
Altrimenti non si capisce perché si debba disciplinare la commercializzazione di sementi e materiali di propagazione che nel nostro paese non possono essere coltivati. Al netto di tutte le contraddizioni sin qui rilevate, qualora si volesse seriamente affrontare questo tema, ci
preme sottolineare con forza che nelle proposte di Decreto sono assenti:
1. tutte le tematiche relative alla tracciabilità e ai protocolli di laboratorio per verificare il tipo di modifica genetica effettuato e la verifica che non ci siano modifiche accidentali disseminate nel genoma;
2. l’obbligo di dare atto del processo seguito per l’ottenimento delle varietà OGM con ogni riferimento alle tecniche utilizzate;
3. test per la tracciabilità di eventuale materiale accidentale in campo;
4. riferimenti su come eseguire le prove sperimentali in campo aperto visto che in Italia non potranno essere effettuate né potranno essere moltiplicati materiali in vitro senza strutture quali serre e laboratori di contenimento.
L’Associazione Aiab Sicilia invita, quindi, le Istituzioni della Regione Sicilia a continuare a percorrere la strada intrapresa pur tra molte resistenze e difficoltà delle lobby della industria chimica per fare della Sicilia una “Terra libera” e ci auspichiamo, in prospettiva, convertita all’agroecologia opponendosi all’approvazione dei suddetti Decreti Legge.