Una ex guardia giurata e due titolari di bar sono stati condannati dal Tribunale di Marsala (giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte) per il furto e la successiva vendita di costose bottiglie di vino trafugate dai magazzini della prestigiosa azienda “Donnafugata”.
Un vino che non era ancora stato immesso in commercio dall’azienda. Ma che si scoprì essere, in realtà, già in vendita in bar e ristoranti di Marsala. Ad accorgersene, nel settembre 2014, mentre era al tavolo del ristorante “Delfino”, fu un dipendente della nota casa vinicola di cui sono titolari i fratelli Antonio e Josè Rallo. Adesso, per quelle bottiglie rubate e messe in vendita sul mercato nero, sono stati condannati la guardia giurata Eros La Rosa, che all’epoca dei fatti (agosto 2014) era dipendente dell’Europol, l’istituto di vigilanza privata incaricato di controllare le strutture e i magazzini della cantina, Salvatore Sammartano, gestore di un bar a Marsala, e Salvatore Cirincione, gestore del “Lounge Bar” a Trapani. La Rosa è stato condannato a 3 anni di carcere, Sammartano a 2 anni, Cirincione a 1 anno e 4 mesi. A difendere i tre imputati sono stati gli avvocati Andrea Pellegrino, Mario Noto e Andrea Miceli. L’indagine è stata svolta dai carabinieri che, controllando le fatture di acquisto trovate al Delfino, arrivano a Salvatore Cirincione e a Salvatore Sammartano, gestore di un bar a Marsala. Effettuata una perquisizione nelle rispettive abitazioni.
I controlli continuano e vengono ispezionati diversi locali marsalesi e trapanesi. Vengono trovate diverse bottiglie di quello stesso lotto al “Juparanà”, al “Caffè Letterario” e al Bar Alagna. Alcuni gestori dei bar, rispondendo alle domande degli inquirenti, riferiscono da chi avevano acquistato quelle bottiglie: tale Giuseppe Fanara. E quest’ultimo, interrogato, fa il nome del marsalese Eros La Rosa, che avrebbe lasciato diverse bottiglie di quei lotti scomparsi dallo stabilimento a casa della sua ex ragazza, poi diventata la fidanzata di Fanara. Si comincia, quindi, ad indagare su La Rosa, che all’epoca era guardia giurata dell’Europol, l’istituto di vigilanza privata che doveva controllare le cantine Donnafugata, dalle quali, invece, sparirono diversi cartoni contenenti le bottiglie di vino. Nelle prime battute del processo, a spiegare i dettagli dell’indagine è stato il luogotenente dei carabinieri Alberto Furia. “Abbiamo collegato che chi materialmente poteva entrare all’interno della struttura senza destare sospetti era proprio questo Eros La Rosa – ha dichiarato il sottufficiale – e non solo in una circostanza. Acquisito questo dato certo, abbiamo risentito i proprietari, che ci hanno indicato alcuni testimoni che il giorno 10 di agosto del 2014, che era una domenica, avevano notato stranamente che in un luogo dove materialmente la vigilanza non era prevista Eros La Rosa, in divisa, era in compagnia di Salvatore Sammartano, che non aveva nessun motivo di essere all’interno della struttura”. Eros La Rosa fu arrestato dalla polizia ai primi del 2015 con altre due persone per concorso in furto di attrezzature in rame alla cantina vinicola Baglio Hopps e poi nell’ottobre 2017 mentre rubava denaro dalla cassa di un ristorante.