Un edificio può parlare, può comunicare con la sua storia e il suo vissuto. Può dirci anche come è stato gestito, curato nel corso della sua storia.
A Trapani il Palazzo storico per eccellenza, emblema di come non funzionano le cose in città, quando si tratta di opere pubbliche, è Palazzo Lucatelli. Da anni è stato lasciato lì, nel salotto della città, in stato di abbandono, nonostante progetti, idee di rinascita, finanziamenti disponibili, nulla di tutto ciò si è mai concretizzato.
Il mese scorso Palazzo Lucatelli ha visto finalmente iniziare i lavori di messa in sicurezza, anche perché il pericolo di crollo diveniva sempre più imminente. I lavori iniziati i primi di novembre riguardano la facciata lato San Francesco. L’assessore ai Lavori Pubblici Dario Safina ha preventivato la fine entro un mese, un mese e mezzo, così da permettere l’apertura della strada e il ritorno alla normale circolazione in quella zona.
Non solo messa in sicurezza - Ma gli interventi eseguiti dall’amministrazione non dovrebbero fermarsi alla sola messa in sicurezza, ma rientrare nel più ampio progetto di riqualificazione per il quale l’amministrazione ha riattivato l’iter e sta cercando di non perdere il finanziamento di due milioni di euro destinati a Palazzo Lucatelli.
Palazzo Lucatelli, il progetto - La storia recente di questo storico e prestigioso edificio trapanese che, fino al 1968 ospitava il “Presidio Ospedaliero S.Antonio Abate” e che da quell’anno fu abbandonato, pur avendo un grande valore artistico, ha inizio nel 2004, con l’amministrazione dell’epoca – sindaco Mimmo Fazio - che pensa ad un teatro nuovo per la città di Trapani e il tutto si intreccia con l’idea di trasformare Palazzo Lucatelli in un teatro da 900 posti a sedere e un parcheggio sotterraneo. Il progetto del Comune di Trapani e dell'architetto Rocchi è ritenuto irrealizzabile dalla Soprintendenza, fin dall’inizio inadeguato per riqualificare il Palazzo Lucatelli e creare un teatro a Trapani.
Perché si blocca tutto - Si arriva al 2016, stavolta il progetto dell'Ente Luglio e dell'incarico di Giovanni De Santis, consigliere delegato del Luglio Musicale all'ingegnere Nolar sembra realizzabile. Trapani avrà un polo culturale a Palazzo Lucatelli. E invece si blocca nuovamente tutto. Nonostante ci sia stavolta l'oj del Genio Civile e della Soprintendenza il dirigente comunale Eugenio Sardo contesta la nomina del progettista fatta da Giovanni De Santis e l’iter per ricevere il finanziamento si blocca. La motivazione è che la nomina dell’ingegnere Stefano Nola, secondo il Comune di Trapani, non ha rispettato le procedure conformi alla pubblica amministrazione. Quindi nella remora di possibili ripercussioni legali, l’amministrazione comunale scarica l’Ente Luglio Musicale e fine del progetto.
La nostra inchiesta a puntate - La storia di Palazzo Lucatelli, dei progetti per il suo recupero, della “finanza creativa”, dei soldi per i lavori, degli interventi mai iniziati, e sulle molte cose strane che sono girate attorno, Tp24.it ha dedicato un’inchiesta a puntate che potete leggere qui (la prima parte), (seconda), (terza), (quarta) e la (quinta).Il progetto attuale dell'amministrazione - Tornando all’attualità, il progetto definitivo di riqualificazione è quello dell'Ente Luglio, quello che prevede la realizzazione di un Polo Culturale Polifunzionale con una biblioteca, gli uffici del Luglio Musicale, un auditorium con 200 posti, un angolo espositivo di argenti dei “misteri” e un Hotel per le mostre d’arte da realizzare con la collaborazione del Museo Pepoli, una sala per l’esposizione delle “Acqueforti” del Piranesi.
La cosa che ha dell’incredibile è che il finanziamento già era stato approvato nel lontano 2010 ma l’incapacità dell’amministrazione dell’epoca ha portato alla quasi revoca dei fondi ma soprattutto al peggiorare delle condizioni del Palazzo che, negli ultimi anni ha cominciato a cedere in molte sue parti costringendo a chiudere al traffico l’area circostante. Quello che doveva diventare il centro della cultura in città, pezzo dopo pezzo stava per crollare e solo dopo anni si sta ora cercando di intervenire, quanto meno per evitare i pericoli di nuovi crolli e poi, una volta terminati questi lavori, poter iniziare l’attesa ristrutturazione, sperando che sia davvero la volta buona.