Prima di chiedere la condanna (o l’assoluzione) del 37enne meccanico marsalese Antonino Ampola, che nel 2019 fu posto agli arresti domiciliari dai carabinieri con le accuse di riciclaggio, ricettazione e furto aggravato di energia elettrica, il pubblico ministero Giuliana Rana ha ritenuto necessario ascoltare altri investigatori.
Per questo, è slittata la prevista requisitoria. I nuovi testi saranno citati per l’udienza del 4 febbraio. A difendere il meccanico è l’avvocato Luigi Pipitone.
L’indagine, condotta dalla sezione operativa dei carabinieri e coordinata dalla Procura, è relativa a fatti che sarebbero stati nella primavera del 2018. Il 7 aprile di quell’anno, infatti, i militari dell’Arma, nel corso di una perquisizione effettuata nell’abitazione e nel magazzino in uso ad Ampola in una contrada del versante nord marsalese, rinvennero diverse auto, la maggior parte delle quali risultate rubate nelle province di Trapani e Palermo. I mezzi, spiegarono gli inquirenti, “apparivano per la maggior parte smontati, privi di targa o con il numero di telaio abraso, al chiaro fine di volerne occultare la provenienza furtiva”. Ciò, sempre secondo l’accusa, probabilmente con l’intento di creare un’attività illecita di vendita di pezzi di ricambio. Durante la perquisizione, inoltre, i carabinieri si accorsero che nel magazzino c’era un allaccio abusivo alla rete elettrica. Il valore della corrente rubata è stato stimato in circa 7 mila euro.