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08/01/2021 07:31:00

Marsala - Petrosino: battute finali nel processo a 12 persone per spaccio di droga e altro
 

 Ultimi testi nel processo che in Tribunale, a Marsala, vede imputate dodici persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (principalmente marijuana, ma anche cocaina), nonché, per alcuni, coltivazione di piante di cannabis, furto in abitazione, fabbricazione e detenzione di arma da fuoco, ricettazione, minaccia e violenza a pubblico ufficiale.

Nell’ultima udienza è stato deciso che il 2 febbraio verranno ascoltati gli ultimi testi citati ex articolo 507 del codice di procedura penale.

Imputati sono Giovanni Salvatore Salerno, di 56 anni, di Petrosino, Claudio Agate, di 27, Francesco Magnasco, di 54, originario di Cerda (Pa), Francesco Scimemi, di 69, di Salemi, Gianvito Magnasco, di 26, Domenico Salerno, di 28, Salvatore Maltese, di 30, Giuseppe Genna, di 25, di Strasatti, Simone Mandalà, di 33, originario di Palermo, ma residente a Petrosino, Giovanni Antonio Marino, di 62, di contrada Cuore di Gesù, Alessandro D’Aguanno, di 29, di Strasatti-Fornara, arrestato dai carabinieri il 10 maggio 2017 nell’ambito dell’operazione antimafia “Visir”, e Umberto Vallinotti, di 41, nato a Napoli, ma residente a Petrosino.

I numerosi episodi di detenzione e spaccio di droga contestati dall’accusa (l’indagine è dei carabinieri) risalgono al 2013 e secondo gli inquirenti hanno visto protagonisti i due Salerno, Agate, Gianvito Magnasco, Maltese, Genna, Marino (avrebbe ceduto una dose di cocaina a un minore) e Vallinotti.

In alcuni episodi di spaccio, furono coinvolti anche dei minorenni, per i quali si è proceduto a parte. Inoltre, Vallinotti, Agate, Giovanni Salerno, Francesco Magnasco e Francesco Scimemi devono difendersi dall’accusa di coltivazione di cannabis. A Simone Mandalà, invece, si contesta il reato di ricettazione. Avrebbe, infatti, acquistato un televisore che Agate, insieme a un minore, avrebbe rubato a Petrosino, in un’abitazione di via Gioberti, dalla quale sparirono anche degli oggetti preziosi. Infine, ad Alessandro D’Aguanno si rimprovera di aver fabbricato, detenuto e portato in luogo pubblico un’arma da fuoco (una “penna-pistola”) e a Giovanni Salerno di aver forzato un posto di blocco dei carabinieri, premendo con forza sull’acceleratore dell’auto di cui era alla guida e con questo, oltre a sottrarsi al controllo dei militari, usando anche minaccia e violenza a pubblico ufficiale. L’episodio risale al 19 settembre 2013 ed ebbe come teatro una strada di Petrosino.

A difendere gli imputati sono gli avvocati Diego e Massimiliano Tranchida, Stefano Pellegrino, Walter Marino, Luigi Pipitone, Antonino Gennaro, Francesca Frusteri e Cettina Coppola.