"L'intera provincia di Trapani da anni è impegnata ad aumentare il proprio appeal turistico e a guadagnare le attenzioni dei mercati internazionali con i propri prodotti agroalimentari, frutto di un lavoro rispettoso dell'ecosistema: davanti a un territorio che punta sull'ambiente, sulla storia e sulle bellezze naturalistiche appare fuori da ogni logica la possibilità, seppur remota, che venga scelta proprio questa provincia come luogo per un deposito di rifiuti radioattivi".
È la posizione della giunta comunale di Salemi e del gruppo consiliare di maggioranza 'Salemi 2024'. "La Sicilia ha già pagato un prezzo altissimo in passato in termini ambientali - ancora la giunta comunale di Salemi - e non è immaginabile che l'Isola venga penalizzata ancora una volta. C'è tempo per presentare le controdeduzioni e illustrare, dati alla mano, l'assoluta impercorribilità di questa strada".
Tante altre reazioni stanno arrivando in questi giorni, contrarie all'ipotesi di due siti per lo stoccaggio delle scorie nucleari in provincia di Trapani. I due siti individuati sarebbero nei territori di Calatafimi e Trapani.
ANCI
“Esprimo la piena condivisione dell’ANCI Sicilia per le iniziative dei comuni e delle realtà associative, produttive e ambientaliste dei territori provinciali di Caltanissetta, Palermo e Trapani, contestando il piano nazionale dei depositi radioattivi che individua nella nostra regione 4 aree in cui i rifiuti nucleari dovrebbero essere conferiti. Tutto questo è in evidente contrasto con le vocazioni economiche e ambientali dei territori interessati”.
Questo il commento di Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, che aggiunge: “Su un tema così delicato come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e della tutela ambientale, ribadisco ,come Anci Sicilia, la necessità che si avvii un confronto con il Governo nazionale e con il Governo regionale che tenga conto delle diverse realtà”.
CIA
“La Cia Sicilia Occidentale si oppone e si opporrà in tutte le sedi opportune alla proposta di utilizzare alcune zone della nostra Isola come siti per il deposito di rifiuti nucleari. Quella che è stata fatta è una scelta scellerata, perché colpisce in particolare zone naturali protette, come il Parco delle Madonie, altre a grande vocazione agricola o altre ancora, come Calatafimi Segesta, che si trovano a poche decine di chilometri da una faglia sismica attiva, quella della Valle del Belice. Si dice sempre che la Sicilia deve esprimere tutte le sue potenzialità, che è una eccellenza nelle produzioni biologiche, che deve sfruttare le proprie bellezze paesaggistiche e naturalistiche per incrementare il turismo e poi si decide di usarla come deposito di scorie nucleari? E’ una scelta che non ci trova d’accordo, il governo deve tornare sulle sue decisioni”.
Lo dichiara Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale, all’indomani della notizia sulla scelta della Sicilia per ospitare quattro depositi di rifiuti nucleari.
CAMBIAMO!
“La Sicilia non può diventare pattumiera d’Italia”. Lo dice Salvo Giuffrida, coordinatore regionale di Cambiamo! Che in una nota annuncia l’impegno, “attraverso i parlamentari nazionali del partito, a vigilare e presentare incisive osservazioni finalizzate a rivedere il piano nella sua stesura definitiva prima di essere sottoposto all’approvazione dei ministeri competenti”. Giuffrida sottolinea che “la carta nazionale delle aree più' idonee per la costruzione dei centri di stoccaggio nazionali per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi è stata redatta dalla società(pubblica) di gestione degli impianti nucleari, resa nota in questi giorni, dopo il via libera del governo nazionale, a dispetto della realtà storica, archeologica, paesaggistica ed ambientale dei quattro siti individuati in Sicilia. Questo in violazione delle puntuali indicazioni tecniche dettate dall'ISPRA( direttiva n.29 del 2014 punto ca11) e, soprattutto, in assenza di vere e proprie esigenze industriali di smaltimento nel territorio che ne giustifichi l'individuazione. Non finiamo d'indignarci per questo ulteriore attacco al territorio ed alla salute dei siciliani. Anziché essere destinatari di progetti virtuosi di sviluppo economico/sociale che portino sana occupazione, ci vogliono trasformare in una pattumiera di scorie radioattive. L’individuazione dei siti siciliani, ricadenti in zone di pregio, è una scelta del tutto irrazionale. Faccio appello a tutta la deputazione siciliana a fare fronte comune per scongiurare questa ipotesi. Cambiamo! Farà la propria parte”.