“Sono questioni interne e non sono messe nell’agenda del mio mandato, del resto se è come dicono loro che tutti sono d’accordo, e solo un gruppetto no, se ne facciano una ragione". Domenico Venuti, il segretario provinciale del Pd, non vuole commentare le dichiarazioni che sono arrivate dall’area Base Riformista.
"Per quanto mi riguarda continuerò ad interessarmi di cose che riguardano i cittadini non certo di questioni che riguardano la classe dirigente e i posizionamenti o di questioni che arrivano a caduta da attenzioni e fibrillazioni romane piuttosto che palermitane. Continuino pure su questa strada, se lo ritengono”.
Venuti tira dritto e rilancia con un evento che si terrà il 29 gennaio su piattaforma Zoom: “Ripartiamo dagli Enti Locali e dai territori per la rinascita dell’Italia”. L’evento in streaming prevede l’introduzione di Venuti e la moderazione di Marzia Patti, segreteria del PD a Trapani, oltre agli interventi dei sindaci dem della provincia: Daniela Toscano per Erice, Gaspare Giacalone per Petrosino, Giuseppe Lombardino per Santa Ninfa, Peppe Pellegrino, assessore a Trapani, Caterina Agate, assessore a Mazara del Vallo.
Previsti gli interventi dei deputati regionali Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo, i saluti di Anthony Barbagallo, segretario regionale Pd, la chiusura dei lavori è affidata al sindaco di Pesaro Matteo Ricucci.
La risposta a Base Riformista arriva dai dirigenti del Pd Camillo Oddo e Dario Safina, invocano il senso di responsabilità politica: “La condizione emergenziale dovuta alla pandemia e gli ultimi accadimenti politici dovrebbero lasciare spazio ad una maggiore etica della responsabilità. Dovremmo sentirci tutti un pò più partecipi delle incertezze collettive e più impegnati a dare il nostro contributo a superare le tante difficoltà che incontrano pezzi corposi della società, dovute alla crisi economica causata dalla emergenza sanitaria, che in taluni casi crea smarrimento e autentico dolore. Sfruttare il nostro tempo per rafforzare il senso di comunità, per dare il nostro indispensabile apporto al buon funzionamento delle nostre istituzioni, a tutti i livelli. Il Partito Democratico, in tutte le sue articolazioni, dalla sua base al vertice, è chiamato ad un surplus di volontà e di determinazione, perché sempre più dovrà garantire il suo contributo per uscire da una crisi difficile che porta con sé davvero tanti rischi”.
Argomentazioni, quelle di Base Riformista, "sterili e fuori luogo", c’è da parte dei due dirigenti dem il richiamo all’unità di intenti e alla discussione politica che non sia però continuo scontro: “L’unità, lo abbiamo detto in tanti e siamo tutti d’accordo, non è unanimismo. E’ invece sintesi, espressione di un confronto. Ed è, soprattutto, condivisione che va ricercata con onestà intellettuale, senza forzature, senza continue fughe in avanti non concordate e senza farsi irretire o condizionare da questioni che il partito può vivere in altre sedi, in altri livelli politici. La linea politica del Pd trapanese va discussa all’interno dei suoi organismi dirigenti, nei suoi Circoli, non certo sulla stampa, indicando strategie e soluzioni che non sono state sviscerate nelle sedi opportune. Il Segretario Venuti e la segreteria provinciale hanno rispettato il mandato ricevuto lo scorso mese di giugno. Pertanto non si può straparlare di uomini soli al comando perché hanno sempre avuto e continuano ad avere il sostegno e la fiducia del partito, non di una maggioranza. Il Pd trapanese non è il partito dei ricorsi all'organo di garanzia. Sta provando ad essere, dopo aver fatto ammenda degli errori del passato in terra di Sicilia e rispetto al deliberato dell'ultima Direzione provinciale, il partito delle regole che valgono per tutti e soprattutto che sono a garanzia di tutti. Anche perché nel Pd trapanese potrà esserci materia dialettica ma arrivare ad indicare gli altri come se fossero avversari mi sembra fuori da ogni sensata logica”.
Certo c’è da chiedersi se sia normale che un partito si presenti con altre aree al proprio interno, con altrettanti organismi, tanto da costruire di fatto il partito dentro il partito. Quando lo diceva Paolo Ruggirello i dem si scatenavano, adesso è regolamentato dentro al Pd e tutto va bene.
Oddo e Safina chiudono ad ogni tipo di ipotesi disfattista: “Nel Pd trapanese, che ha scelto l’unità, non ci sono bande e non possono emergere forme correntizie organizzate, che rischiano di essere lette, dai più, come un partito nel partito. E perché la loro presenza sarebbe un evidente tradimento dello spirito unitario che appartiene ad ogni singolo rappresentante di questo partito. Bene ha fatto la Direzione provinciale, nella sua ultima riunione in videoconferenza, a soffermarsi, fra l'altro, anche su questo aspetto. La scelta unitaria soprattutto in Sicilia è stata impegnativa e non certo scontata, il metodo Zingaretti ha prevalso. Merito e umiltà. Dialogo nel rispetto di ogni sensibilità politica-culturale che compone il PD. No io ma noi. Ricordo bene come, dalle nostre parti, tale impostazione è stata declinata, definita e costruita con generosità e apertura mentale rifuggendo da sterili protagonismi. Ora abbiamo l’obbligo prima morale e poi politico di valorizzarla. Bisogna farlo con forza, determinazione e rispetto degli altri. Questo sicuramente si aspettano i cittadini della provincia di Trapani”.
A rafforzare quanto sostenuto ci sono altri dirigenti nazionali del Pd quali il sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Tra pandemia, crisi di governo e crisi economica schiacciante, c’è chi si diletta a litigare e a usare parole cariche di livore attaccando il Segretario Provinciale, Domenico Venuti. È tempo di costruire, non di demolire. È tempo di rafforzare, non di indebolire. È tempo di mostrare responsabilità e di abbassare i toni. L’Italia oggi più che mai ha bisogno di un Partito Democratico forte, unito e affidabile”.
C’è una presa di posizione dura anche da parte dei dem della segreteria provinciale: Marzia Patti, Peppe Pellegrino, Nicola Biondo, Francesco Crinelli, per i componenti è l’ennesima sfuriata fuori dal coro che non produce nulla di buono e concreto: “Non possiamo far altro che prendere atto dell’ennesima forte presa di posizione del gruppo di Base Riformista – Trapani. Trattandosi di questioni interne, avremmo preferito che tali rimanessero, discutendole nelle sedi opportune e negli organismi di partito preposti.
Riteniamo che vada portata avanti in maniera ferma e convinta un'idea di partito unito, seppur plurale: non possiamo tuttavia rimanere indifferenti di fronte alla continua elusione delle decisioni prese negli organi direttivi, siano essi cittadini o provinciali.
Non ci sentiamo né fomentatori di una guerra fra bande, né tantomeno fomentati da chicchessia: le idee e le proposte in un partito si portano all’interno delle sedi opportune, si discutono e, se necessario, si votano, senza alcun pregiudizio".
Infine indicano anche la porta per una eventuale uscita di chi denigra gli organi preposti, nessuno spazio per chi continua a creare momenti di litigio e li da poi anche in pasto alla stampa.