Tabula rasa. Locuzione con cui era designata in origine la tavoletta cerata usata dai Romani per la scrittura, quando ne era stato raso ogni segno ed era quindi completamente cancellata e pronta perché vi si potesse scrivere di nuovo.
Aristotele concepisce l’anima come una tabula rasa priva di concetti, ma adatta ad accogliere la conoscenza attraverso un graduale passaggio. Il desiderio s'impadronisce durante la crisi di governo per cancellare la classe politica attuale, erede nei 2/3 di quella precedente, che è dovuta ricorrere in quasi 30 anni a 4 tecnici. Il primo nel 1995, fu Lamberto Dini, si ricordano Susanna Agnelli ministro degli Esteri e la riforma del sistema previdenziale, che introdusse dal 1° gennaio 1996 il metodo contributivo di calcolo pensionistico. Fu cosa buona e giusta il vecchio regime non era sostenibile.
Si permetta la precisazione, altrimenti l'idea che potrebbe generare è che sulla pelle altrui sono corretti i provvedimenti, il nuovo regime non fu conveniente per il sottoscritto. Nel 2011 il governo Monti, preceduto dalla nomina dello stesso a senatore a vita. La norma più vituperata e avversata fu quella della Fornero, anch'essa riguardò le pensioni. I due governi menzionati furono nella composizione totalmente tecnici.
Diverso fu quello Ciampi, lui sì tecnico, ma ebbe ministri della DC, PSI e PDS. Adesso tocca a Draghi il cui curriculum vitae è risaputo. Le sue intenzioni si conosceranno nelle prossime ore. Ma il suo incarico certifica il fallimento della classe politica attuale espressa dai capi, Meloni, Salvini, Berlusconi, Di Maio, Zingaretti e Bersani. Necessita tabula rasa e a noi elettori condividendo il pensiero di Aristotele e nei limiti consentiti dalla legge elettorale, assestare il colpo ferale.
Vittorio Alfieri