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10/02/2021 06:00:00

Omicidio Nicoletta. L'ergastolo a Margareta, le tappe del processo

 Anche Margareta Buffa ha ucciso Nicoletta Indelicato. Dopo la condanna, con il rito abbreviato, a 30 di carcere per Carmelo Bonetta, nei giorni scorsi la Corte d’Assise di Trapani ha condannato all’ergastolo anche Margareta Buffa.
Sono stati loro ad uccidere con 12 coltellate e dare alle fiamme il corpo di Nicoletta Indelicato la notte tra il 16 e il 17 marzo 2019 in un vigneto di contrada Sant’Onofrio, a Marsala. Un delitto efferato, brutale, che ha sconvolto la comunità.

Bonetta, reo confesso, è stato condannato con il rito abbreviato, grazie al quale ha potuto ottenere lo sconto di pena dall’ergastolo ai 30 anni di reclusione.
Margareta Buffa, invece, ha scelto la via del dibattimento, in un processo che in Corte d’Assise a Trapani ha vissuto molti momenti drammatici. Il movente dell’omicidio di Nicoletta non è mai stato chiarito. Nelle indagini, e poi nel processo, sono emersi però aspetti che riguardano quella Marsala nascosta, fatta di incontri a luci rosse, e strani giri. Lo spettro della prostituzione aleggia sull’omicidio, e coinvolge soprattutto Margareta Buffa, una ragazza, come emerge dal processo, che amava circondarsi di uomini e farsi desiderare.
Ripercorriamo le tappe del processo sull’omicidio di Nicoletta Indelicato.


Un delitto atroce 

Nicoletta Indelicato è stata uccisa a Marsala con 12 coltellate e poi parzialmente carbonizzata la notte tra il 16 e 17 marzo del 2019. Il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo in un vigneto di contrada Sant’Onofrio. L’ultima volta Nicoletta è stata vista in compagnia di Margareta Buffa, la sera del 16 marzo. Quella che doveva essere una normale serata tra amiche, invece si è trasformata nella notte di un delitto atroce. Le attenzioni degli investigatori si dirigono subito verso Margareta Buffa e Carmelo Bonetta. E’ quest’ultimo a confessare a far ritrovare il corpo della giovane. Margareta ha condotto Nicoletta nelle campagne di Sant’Onofrio. Nel bagagliaio era nascosto Bonetta. Arrivati nei pressi di un isolato vigneto l’auto si ferma, Bonetta esce dal cofano e i due uccidono Nicoletta. Poi danno fuoco al corpo. Come se nulla fosse successo Margareta e Carmelo si ripuliscono e vanno a ballare all’Area 14 a Castelvetrano.

Bonetta
Bonetta confessa, cambia mille versioni, ma è pacifico che sia stato anche lui a commettere l’omicidio. Crolla e racconta le fasi drammatiche di quella notte. La confessione, il ritrovamento del corpo, lo porteranno a decidere per il rito abbreviato. Il processo porterà alla condanna all’ergastolo per Bonetta che, però, godrà, come previsto dalla legge per chi sceglie l’abbreviato, di ottenere uno sconto di pena a 30 anni di reclusione.

Margareta nega tutto
Margareta nega tutto. Nega di aver ucciso Nicoletta, dice che ha fatto tutto Bonetta, e che lei era svenuta. Si professa innocente, per questo sceglie di andare a processo, non confessa, va a dibattimento. E sarà un processo molto concitato.

Comincia il processo
Mentre il destino processuale di Bonetta è segnato, comincia a Trapani il processo nei confronti di Margareta Buffa. La ragazza sostiene di essere innocente, di non aver accoltellato a morte Nicoletta. “Vogliamo giustizia” dice alla prima udienza il papà di Nicoletta, Damiano Indelicato. Nelle prime udienze vengono ricostruiti i momenti del delitto.

Il racconto dei genitori
Un momento drammatico del processo è stata la deposizione dei genitori di Nicoletta.

Una testimonianza, più volte interrotta dalle lacrime, quella resa dai genitori della ragazza uccisa con dodici coltellate e poi data alle fiamme. Parlano del rapporto con Margareta. “Mi ha subito fatto – racconta il padre – una brutta impressione e non volevo che mia figlia la frequentasse. Non mi piaceva quella ragazza anche se con me e mia moglie, all’inizio, si comportava bene probabilmente per conquistarsi la nostra fiducia, mostrandosi zelante, affidabile, precisa. Si faceva il segno della croce prima di pranzare”.“Una sera Nicoletta rincasa senza auto. I freni, mi disse, si sono rotti ed ho lasciato la macchina nella zona dello stadio”. Portando la vettura da un meccanico, Indelicato fa una scoperta che gli fa raggelare il sangue: i freni erano stati tagliati di proposito. E’ troppo e l’uomo sporge denuncia ai carabinieri. Poi un altro episodio: sui muri della stazione di Petrosino vengono scritti i numeri telefonici di Nicoletta e della madre con un messaggio: se volete scopare alla grande, chiamate. “E’ troppo”, urla Nicoletta come se sapesse chi fossero gli autori di quel vile gesto.
 

Parla Bonetta
Un momento carico di tensione è quello della deposizione al processo a Margareta di Carmelo Bonetta, reo confesso. 
Un’udienza in cui succede di tutto. Il teste che viene colto da malore e finisce in ospedale. E un agente della polizia penitenziaria che per soccorrerlo si trancia un dito. Prima del caos, però, il maestro di ballo aveva accusato Margareta Buffa: “Io ho sferrato a Nicoletta tre coltellate dopo averla colpita con un pugno. Il resto dei fendenti gli sono state inflitti da Margareta che poi ha preso la bottiglia con il liquido infiammabile che aveva in macchina e con un accendino ha appiccato il fuoco”.

La madre di Bonetta
La prima condanna arriva dalla madre di Carmelo Bonetta. “Sono una madre – ha detto Rosalia Gargano, ascoltata come testimone – e quanto accaduto non lo accetto, ma soprattutto non perdono”.

“Io non vivo più. La mia famiglia non vive più – lo sfogo della donna durante una pausa dell’udienza – Mi sveglio la mattina e le giornate sono tutte uguali. La notte non dormo perché penso anche a quella donna che ha perso la figlia”. 

Anche due consiglieri e un noto commercialista ascoltati
Uno dei colpi di scena, tra i tanti, quando anche due politici marsalesi sono stati ascoltati come testimoni nel processo
Sono stati ascoltati l’ex consigliere provinciale e comunale Salvatore Di Girolamo, 73 anni, area centrodestra, e l’ex consigliere comunale Ignazio Chianetta, 36 anni. Entrambi, alla domanda del pm Milia: “avete avuto rapporti sessuali con Margareta Buffa?”, hanno risposto sì.
Chianetta ha precisato che ciò è avvenuto in un momento di crisi familiare. L’ex consigliere Di Girolamo ha detto, invece, di aver fatto delle avance anche a mò di scherzo o battuta a Nicoletta Indelicato e che questa non aveva affatto gradito.

A testimoniare anche un noto commercialista di Marsala, Renato Isaia, che è stato datore di lavoro di Margareta Buffa e conosceva anche Nicoletta. Nella sua testimonianza tanti non ricordo. Al processo testimoniano anche altre persone che hanno visto o avuto contatti con Margareta e Nicoletta nei giorni e nelle ore precedenti al delitto. 

Poi tocca a Margareta
L’udienza più accesa è quando tocca all’imputata parlare, difendersi. 
Tra annaspamenti dell’imputata, versioni un po' incerte su fatti salienti e momenti di tensione. “Non ho ucciso io Nicoletta. Io le volevo bene. Dopo mia madre, c’era lei. Il nostro legame era forte”.
Margareta, contrariamente da quanto detto anche dagli psicologi, dice di essere stata manovrata da Bonetta. “Mi minacciava, dicendomi che mi avrebbe fatto fare la fine di Nicoletta. Io ero terrorizzata. Temevo per la mia vita”.
Su quella sera, sull’omicidio scarica tutto su Bonetta. “Era più aggressivo del solito. Ha iniziato a discutere con Nicoletta, mi ha spintonata facendomi cadere a terra. Ho sbattuto la testa ed ho perso i sensi. Il coltello non l’ho visto e nemmeno la bottiglia che conteneva liquido infiammabile. Quando ho ripreso conoscenza, sono scappata via. Credevo che Nicoletta fosse ferita. Io non l’ho accoltellata. Ho la coscienza pulita. Non l’ho uccisa e non sono complice”.
In merito alla frase da lei pronunciata in caserma mentre era assieme a Bonetta “il corpo deve sparire, da qui voglio uscire con la mia auto e la mia vita”, Margareta prova a spiegarne il significato. “Era una provocazione per scuotere Carmelo. Non volevo essere messa in mezzo a qualcosa che non avevo fatto”.
“Non sono né una prostituta, né una escort. Carmelo si prostituiva, andava con uomini e donne”, ha detto poi Margareta. Ha assistito al processo, scuotendo più volte la testa in segno di disappunto. E quando Margareta ha detto “riposi in pace”, rivolgendosi a Nicoletta, il papà della ragazza uccisa a coltellate, Damiano Indelicato, insegnante di matematica, ha perso le staffe. “Disgraziata”, ha sbottato prima di sferrare un pugno sulla postazione dove era seduto.


Le battute finali
“Margareta Buffa ha pianificato l'omicidio di Nicoletta Indelicato, agendo con lucidità e malvagità”. Ha detto il pubblico ministero Maria Milia a conclusione della sua requisitoria ha chiesto per l'imputata la condanna alla pena dell'ergastolo con isolamento diurno per la durata di 18 mesi.
“La pena deve essere superiore – ha specificato il Pm – a quella inflitta a Carmelo Bonetta. Margareta Buffa ha depistato, occultato, denigrato la personalità di Nicoletta e a reso dichiarazioni fuorvianti. Il suo alibi è maliziosamente preordinato e falso. Non è un alibi, ma la prova della sua colpevolezza”.


La sentenza
Colpevole, ergastolo. Con queste parole dopo una brevissima camera di consiglio la giudice Daniela Troja, che ha presieduto la Corte d’Assise, ha sentenziato la condanna all’ergastolo per Margareta Buffa. I genitori di Nicoletta in aula strozzano il pianto. “Ha rovinato la nostra vita uccidendo nostra figlia, e ha rovinato anche la sua vita”. Nel frattempo l’avvocato di Margareta annuncia che ricorreranno in appello.
Di tutta questa vicenda, però, non è stato chiarito il movente e cosa si nascondesse nei rapporti e nelle frequentazioni di Margareta e se avesse coinvolto, o tentato di farlo, la giovane Nicoletta, vittima di un’amicizia che riteneva sincera.