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11/02/2021 13:47:00

Tre arresti per il naufragio della Nuova Iside al largo di San Vito 

 Arriva la svolta nelle indagini del naufragio della Nuova Iside, il peschereccio di Terrasini affondato il 12 maggio 2020 con tre vittime al largo di San Vito Lo Capo.

Oggi l’armatore, il comandante e il terzo ufficiale di coperta della motonave Vulcanello M sono stati arrestati dalla Guardia Costiera al termine dell’indagine della Procura di Palermo. Sarebbero considerati i responsabili del naufragio dell’imbarcazione affondata a largo di San Vito Lo Capo. Tre le vittime, tutte di Terrasini: Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono.


In particolare, il comandante e il terzo ufficiale della petroliera Vulcanello M sono chiamati a rispondere di naufragio e omicidio colposo mentre nei confronti dell’armatore, posto ai domiciliari, è stato ipotizzato il reato di frode processuale e favoreggiamento personale.

I consulenti nominati dalla Procura hanno evidenziato rumori al alta intensità proprio nei momenti in cui nel radar la petroliera si avvicina alla Nuova Iside. “Da una visione dei sistemi di navigazione dell’unità la sera 12 maggio sono emersi – si legge in una relazione della sezione operativa della direzione marittima – ulteriori elementi probatori a carico del terzo ufficiate e del timoniere in guardia in plancia, Giuseppe Caratozzolo e Mihai Jorascu”, due dei quattro indagati per la presunta collisione.


Dopo il presunto impatto, i due uomini in plancia avrebbero attivato il radar notturno con due ore di ritardo.

l 12 maggio il peschereccio scomparve a nord di San Vito Lo Capo. Le successive ricerche della Guardia Costiera consentirono di recuperare i corpi di due dei tre membri dell’equipaggio e di individuare, con l’ausilio dei mezzi della Marina Militare, il relitto della nave. Oltre un mese dopo il naufragio venne invece recuperato sulla spiaggia di Gioia Tauro, in Calabria, il corpo del terzo pescatore.

Le successive indagini hanno portato al sequestro della scatola nera della motonave Vulcanello e all’ispezione della carena della stessa nave che ha coinvolto anche i carabinieri del Ris di Messina. Gli accertamenti hanno portato al sequestro della nave e all’individuazione di elementi che hanno consentito ad investigatori ed inquirenti di ipotizzare responsabilità della Vulcanello nel naufragio. Nel corso delle indagini gli investigatori della Guardia Costiera hanno anche eseguito una serie di perquisizioni nella sede della società armatrice della Vulcanello che hanno consentito di accertare che lo scafo della nave era stato ripitturato dopo la collisione con il peschereccio.