La Commissione tributaria provinciale di Trapani, presieduta da Massimo Palmeri e dai giudici Gaetano Mangiaracina (relatore) e Lorenzo Carini (componente), ha ribaltato la tesi di Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate in merito agli accertamenti con cui nel 2018 il Fisco chiedeva appunto il pagamento di Ires e Iva relativi al 2013 e al 2014 a due imprenditori trapanesi.
Per le Fiamme Gialle e l’Agenzia delle Entrate si trattava di un caso di “estero-vestizione”: per eludere il fisco, l’impresa aveva sede in Libia ma tutti gli affari sarebbero stati decisi in Sicilia e per questo due imprenditori sarebbero stati i veri amministratori e avrebbero dovuto pagare le imposte e sanzioni per un totale di circa 1,7 milioni di euro.
Nelle settimane scorse la decisione della Commissione tributaria provinciale di Trapani che ha stabilito che gli imprenditori trapanesi non sono riconducibili al management della società libica “El Jurf Ltd” e dunque le imposte per i redditi prodotti da questa società non possono essere loro richieste, né devono essere versate allo Stato italiano.
La El Jurf Ltd, impresa ittica in acque marine a lagunari, è una società di diritto libico che ha sviluppato numerosi rapporti commerciali con aziende del trapanese. Fra questi ci sono gli imprenditori a cui sono stati recapitati gli avvisi d’accertamento milionari oggetto della causa. Fra impresa libica e impresa siciliana, in particolare, c'è un accordo per la manutenzione delle imbarcazioni ormeggiate presso i porti siciliani e per il disbrigo di pratiche amministrative e finanziarie.