Se nasce una micro discarica proprio a pochi passi dal Centro Comunale di Raccolta rifiuti, allora di strada da fare per “ripulire”, davvero, Marsala, ce n’è tanta.
E forse, l’amministrazione Grillo, non la sta percorrendo nella giusta direzione.
In città sono sempre di più le micro discariche di rifiuti. Anche in quelle zone della città che dovrebbero essere più tutelate. Prendiamo il parco della Salinella, ad esempio. Viene costantemente deturpato con rifiuti di ogni tipo, tra l’indignazione dei cittadini che lo frequentano, nei pochi sprazzi di libertà, per giocare con i figli, portare a spasso i cani. Pochi giorni fa abbiamo pubblicato qui una raccolta di foto con la spazzatura che devasta ciò che dovrebbe essere il polmone verde della città, alle porte della riserva dello Stagnone.
Rifiuti che vengono abbandonati anche all’interno della riserva, come i due water vergognosamente buttati nel molo dell’imbarcadero storico per Mozia.
Microdiscariche anche in periferia, nelle contrade, dove col calare della notte tre ruote, camion e furgoni si accostano nei pressi di terreni incolti per scaricare rifiuti altamente inquinanti.
Un vizio che il marsalese non riesce a togliersi. Ma se la discarica nasce proprio a due passi dal Centro comunale di Raccolta rifiuti, allora c’è qualcosa che non va. Perchè una discarica di questo tipo non nasce in pochi minuti. Sacchetto dopo sacchetto, materasso su materasso, ci vogliono molte ore, alcuni giorni anche. Perché nessuno toglie quei rifiuti, perché non si prendono dei provvedimenti urgenti? Ma lì non ci sono telecamere di sorveglianza, vista l'importanza del sito comunale? All’autoparco vanno e vengono i mezzi di trasporto del Comune. Ma soprattutto c’è il centro di raccolta rifiuti, nessuno, facendo poche decine di metri, pensa di togliere quei rifiuti?
Ma sempre critica è la situazione nei quartieri popolari. Ad Amabilina, via Istria, Sappusi. Sono continue le segnalazioni di cumuli di rifiuti che finiscono per diventare discariche.
Eloquente è la micro discarica di via Istria.
Qui in questi mesi l'amministrazione comunale voleva prima togliere il porta a porta e quindi i mastelli ai cittadini, poi ha fatto marcia indietro, optando per la decisione di far stazionare due mezzi dell'Energetikambiente. Ma i rifiuti, da divani, a pezzi di mobili, continuano a venire buttati in strada. Non proprio, quindi, una mossa azzeccata, come sottolinea anche Simona Pecorella, presidente dell’associazione Eticologica.
“Quello dei mezzi per la raccolta del secco in via Istria è un esperimento che ho criticato fin dall’inizio, perchè va contro le direttive europee che puntano ad una riduzione della frazione indifferenziata. A Marsala, invece, si dà la possibilità di conferirlo quando e come si vuole e senza controlli. Questo è fare un passo indietro, un’operazione fallimentare”.
Nei giorni scorsi, tra l’altro, la giunta Grillo ha deliberato proprio l’attivazione di altre isole ecologiche mobili nei quartieri popolari di Amabilina, Via Istria e Sappusi in via sperimentale per due mesi. L’installazione temporanea delle isole ecologiche, si legge nella delibera, è un esperimento per “verificare la risposta degli utenti in termini di quantità conferite e riduzione degli abbandoni negli stessi quartieri e qualora gli esiti diano risultati positivi si procederà alla realizzazione di due isole ecologiche stabilmente localizzate grosso modo nelle aree oggetto di sperimentazione”.
Altre Isole Ecologiche by La redazione Tp24 on Scribd
I primi segnali, però, non sono positivi. E forse il Comune dovrebbe fare qualcosa in più non solo sulla pulizia, ma soprattutto sulla prevenzione.
“Abbiamo un contratto col gestore che prevede un piano di comunicazione, cosa è stato fatto finora? Cosa sta facendo l’amministrazione Grillo?” si chiede Pecorella.
“Serve un’azione di informazione e sensibilizzazione, in questi quartieri bisogna andare porta a porta per dialogare con i cittadini spiegando come si fa la differenziata”.
Tra l’altro, evidenzia la presidente di Eticologica, ad un anno dalla rilevazione degli svuotamenti non si è ancora attivata la tariffazione puntuale, il sistema di tariffazione che permette ai cittadini di pagare in base a quanti rifiuti produce. “Cosa si aspetta? Si doveva rispettare la percentuale del 75%, noi nel 2020 abbiamo una media del 70. Cosa farà la nuova amministrazione per raggiungere il 75%?” E soprattutto applicherà le penali al gestore per il mancato raggiungimento di questo obiettivo?