Il presidente della Regione, Nello Musumeci, chiede al neo premier Mario Draghi degli interventi urgenti, rientranti come priorità per la lotta al Covid-19.
Stesso elenco presentato a Matteo Salvini in due incontri che il governatore ha avuto con il leader leghista. Non è un mistero, infatti, che i due politici siano vicinissimi e che addirittura per le prossime elezioni nazionali la Lega tra le sue punte siciliane possa schierare in campo Ruggero Razza, attuale assessore regionale alla Salute.
Musumeci presenta a Salvini una lista di cose che per la Sicilia non sarebbero più rimandabili a cominciare dalla realizzazione del ponte sullo Stretto, come se fossero le infrastrutture a dover limitare e contrastare la diffusione della pandemia, eppure il presidente presenta la realizzazione di tante opere infrastrutturali come necessarie per la lotta al Coronavirus, questo il post sulla pagina Facebook: “Più vaccini, indennizzi certi, maggiori controlli e, finalmente, grandi infrastrutture, a partire dal collegamento stabile sullo Stretto! Nelle nostre richieste al governo Draghi ci sono gli elementi per superare la pandemia ed immaginare una Sicilia protagonista nel Mediterraneo. Di questo abbiamo parlato stasera con Matteo Salvini che ringrazio per l’attenzione verso la Sicilia”.
Musumeci cerca alleati per le elezioni del 2022 che lo vedrebbero nuovamente in corsa, tuttavia al momento non c’è nessun accordo con la Lega che, certamente, ambirà ad avere un proprio candidato alla presidenza. Lega che dovrà fare i conti con l’alleato Fratelli d’Italia, che è forte nei territori della Sicilia orientale, molto meno in tutta la parte occidentale, in provincia di Trapani poi non ci sono leadership forti che possano fare pensare ad un partito in grado di affrontare delle competizioni.
E non saranno le eventuali nomine a sottosegretario del governo Draghi a ristorare una Sicilia che, semmai, deve essere al centro di una agenda politica in grado poi di realizzare i punti indicati, mentre si parla da anni di infrastrutture, mai realizzate, e di riforme, mai attuate ma buone solo per spot da campagna elettorale, c’è un tasso di disoccupazione che cresce unitamente all’abbandono della regione, le donne sempre più marginali, una dispersione scolastica dilagante e una sacca di povertà emersa che si è diffusa anche tra le fasce medie.
Più che un sottosegretario servirebbe una politica seria e reale, che abbia a cuore una parte del Paese che è sempre più distante dal resto dell’Italia e soprattutto dall’Europa.
In questo quadro emergenziale il gioco di poltrone si è aperto da qualche settimana, è necessario fare spazio in giunta ad una presenza femminile, non perché si creda al ruolo e all’apporto che una donna di competenza possa apportare ma perché il 25 febbraio il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato dal Pd sulla composizione della giunta di Musumeci: 12 uomini.
Il nome che dovrebbe lasciare, nonostante la performante azione del suo assessorato, è quella di Alberto Pierobon, in quota UDC, che da anni si occupa della famosa riforma del Piano regionale dei Rifiuti.
Il partito dello scudo crociato, nonostante le difese della capogruppo all’ARS, Eleonora Lo Curto, ha già deciso: via Pierobon e dentro una donna che faccia sempre riferimento al partito.
Voci interne al palazzo indicano un nome noto, quello di Ester Bonafede, sui cui però Musumeci storce il naso, è stata troppo vicino all’ex governatore Rosario Crocetta.
La partita si allunga di qualche giorno, tuttavia è cosa quasi certo che Pierobon dovrebbe lasciare l’assessorato e rientrare come consulente incaricato esperto di rifiuti.