Un imprenditore marsalese e il suo avvocato sono stati denunciati con l’accusa di estorsione.
Un lungo esposto è stato presentato in Procura da due imprenditori. I primi due, secondo l’accusa, avrebbero minacciato di insistere nell’istanza di fallimento, mettendo così definitivamente in ginocchio la controparte, se quest’ultima non avesse ceduto, con una procura a vendere con scrittura privata, un immobile il cui valore sarebbe circa il doppio del credito vantato. Almeno questo è quanto sostengono i due autori della denuncia. Il prologo della storia è un lungo contenzioso civile che ha visto l’imprenditore denunciato pretendere il pagamento di forniture per circa 26 mila euro. Una somma che nel tempo, nelle more del giudizio civile, è “gonfiata” fino a circa 80 mila euro. Persa la causa in primo grado, vengono versati 60 mila euro.
Rimangono, quindi, da pagare circa 20 mila. E per questo il creditore e il suo legale avanzano istanza di fallimento per l’avversario. Intanto, i due debitori trovano le carte che dimostrano che loro quei 26 mila euro iniziali li avevano pagati. A questo punto, sempre secondo quanto si afferma nell’esposto presentato in Procura, il creditore e il suo legale avrebbero minacciato i debitori dicendo che avrebbero insistito nell’istanza di fallimento se loro, sulla base delle quietanze ritrovate tra vecchie carte, avessero proposto appello e inoltre se non avessero ceduto un loro, con procura a vendere, un immobile nel centro storico di Marsala il cui valore sarebbe superiore ai 40 mila euro. Quindi, il doppio del dovuto. E questo, secondo gli autori della denuncia, costituirebbe un’estorsione (“Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”). Un reato punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da 1000 a 4000 euro.