Arrestato dai carabinieri, in carcere era entrato con un telefonino cellulare e due grammi di hashish ben occultati. Ma non è sfuggito ai controlli degli agenti della polizia penitenziaria in servizio nella casa di reclusione del capoluogo, che gli hanno sequestrato la droga e il telefonino.
Protagonista della vicenda, Francesco Domingo di 37 anni, originario di Alcamo. Da tempo ristretto in una comunità terapeutica di Matera, era riuscito a scappare facendo rientro nella sua città, dove è stato catturato dai militari dell'Arma.
Il nome di Francesco Domingo è legato ad un omicidio avvenuto ad Alcamo 20 anni fa. Aveva 18 anni, quando, nell'ottobre del 2001, assieme ad un minore di 16 anni, uccise a colpi di cric, Stefano Melia, il cui cadavere venne, poi, rinvenuto bruciato in campagna
Un delitto al culmine di una lite per futili motivi. Domingo confessò che quella sera ebbe una discussione con la vittima. Il minore colpì Melia, ma a sferrargli il colpo di grazia fu proprio Domingo che ha alle spalle condanne per i reati di omicidio volontario, occultamento di cadavere, estorsione, detenzione abusiva di armi e materie esplodenti nonché per quelli in materia di stupefacenti.
Domingo il 29 gennaio scorso, si era allontanato arbitrariamente dalla comunità terapeutica “Casa dei Giovani” di Matera, dove era in regime di affidamento in prova. L'uomo aveva fatto perdere le proprie tracce ed era ricercato in quanto il Magistrato di sorveglianza gli aveva ripristinato la carcerazione residua pari ad 4 anni e altrettanti mesi di reclusione, a seguito di molteplici violazioni delle prescrizioni. I carabinieri lo hanno bloccato mentre si aggirava nelle campagne alcamesi. Ora è detenuto nelle carceri di Trapani.