Giuseppe Ferro, 45 anni, di Campobello di Mazara (Tp), è stato condannato dal Tribunale di Marsala (giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte) a due anni e mezzo di carcere per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Secondo l’accusa, spesso ubriaco, l’uomo avrebbe più volte aggredito la moglie con calci, pugni e schiaffi. Comportamenti quasi quotidiani ai quali si sarebbero aggiunte anche frequenti minacce di morte.
La donna, inoltre, sarebbe stata costretta a rapporti sessuali non graditi. A causa dei continui maltrattamenti, talvolta commessi anche alla presenza dei due figli, la moglie ebbe un “crollo emotivo” che rese necessario un ricovero con “trattamento sanitario obbligatorio”.
I fatti contestati a Ferro, sui quali hanno indagato i carabinieri, vanno dall’aprile 2011 al gennaio 2017. Nel processo, la donna si è costituita parte civile e il giudice le ha riconosciuto un risarcimento danni di 10 mila euro.
“Ovviamente siamo soddisfatti dell’esito del processo – ha commentato l’avvocato di parte civile, Giuseppe Accardo - stante che il Giudicante ha fatto proprio l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Marsala a cui la nostra difesa ha aderito. Attendiamo fiduciosi di leggere le motivazioni della sentenza convinti che, comunque, l’impianto accusatorio reggerà anche in caso di eventuale appello. Spero che la diffusione di notizie di condanna per reati del genere possa spingere altre donne a denunciare eventuali maltrattamenti subiti tra le mura domestiche”. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Giuseppe Pantaleo, che ha dichiarato: “Per ogni tipo di valutazione attendiamo il deposito delle motivazioni, che avverrà fra 90 giorni, anche se già sin d’ora siamo propensi ad appellare la sentenza”.