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26/02/2021 07:30:00

Pantelleria, condanna annullata per l'omicidio Fontana 

 Dichiarando inammissibile il ricorso della parte civile, che invocava la condanna per omicidio, la quarta sezione della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio a diversa sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo, la sentenza con cui, il 19 marzo dello scorso anno, il tunisino Mohamed Ben Mariem, tunisino, di 40 anni, venne condannato a 2 anni e 2 mesi di carcere per eccesso colposo di legittima difesa.

Il processo è relativo all’uccisione di Maurizio Fontana, 48 anni, che la sera del 9 gennaio 2018, a Pantelleria, morì in seguito alle coltellate inferte da Ben Mariem.

Il 13 marzo 2019, il nordafricano era stato condannato, per omicidio volontario, a undici anni di carcere dal gup di Marsala. Nonostante lo stesso pm, Antonella Trainito, avesse derubricato l’accusa in eccesso colposo di legittima difesa, chiedendo una condanna a due anni di reclusione.

E i giudici di secondo accolsero questa tesi, ordinando l’immediata liberazione di Ben Mariem. Il nordafricano, infatti, avrebbe reagito ad un’aggressione.

Fontana, deceduto qualche ora dopo al pronto soccorso dell’isola, lo avrebbe prima colpito in testa con una bottiglia di vetro. E questo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, dopo che un suo amico polacco gli aveva detto che il tunisino l’aveva preso a bastonate. Cinque furono le coltellate sferrate al 48enne pantesco. Solo due, però, quelle mortali: una al petto e l’altra sotto un’ascella. Teatro dei fatti fu la piazza Cavour. In primo grado, Ben Mariem era stato condannato anche ad un risarcimento danni di 100 mila euro. Cifra che in appello fu ridotta a 30 mila. La Corte d’assise d’appello ritenne che il nordafricano reagì all’aggressione subita, ma travalicando quanto necessario a difendersi. Avverso la sentenza di secondo grado hanno fatto ricorso in Cassazione sia la difesa (avvocato Alessandro Casano) che la parte civile. Quest’ultima (familiari di Fontana) ha chiesto che l’annullamento della sentenza d’appello ritenendo corretta la sentenza di primo grado (11 anni per omicidio). La difesa, invece, ha chiesto il riconoscimento della legittima difesa ritenendo che “nessun eccesso di colpa è ravvisabile in capo all’imputato che, nella concitazione del momento, dopo aver ricevuto un colpo di bottiglia in testa e nel bel mezzo di un’aggressione non era nelle condizioni di procedere ad accurate valutazioni di proporzionalità e ha reagito come ha potuto”. Dopo la pronuncia della Cassazione, l’avvocato Alessandro Casano ha dichiarato: “Accolgo con grande soddisfazione questa sentenza di annullamento che arriva dopo un lungo e tortuoso iter”.