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26/02/2021 06:00:00

Caso padiglione, se la politica va "a braccetto" e resta zitta

 Sull’imbarazzante caso del padiglione di Malattie infettive presso l’ospedale Paolo Borsellino di Marsala i fari sono stati accesi dalla stampa, la politica è arrivata dopo.

Un’abitudine oramai, una prassi che avvia e consolida la stagione di una politica che parla solo se direttamente interessata ovvero solo se ha modo di mostrare la sua forza e, dunque, tornargli utile nel momento di una campagna elettorale.

Se nessuno dei politici locali, consiglieri comunali compresi, hanno sentito fin da subito la necessità di capirci qualcosa in più e di fare la famosa richiesta di accesso agli atti è perché questa politica preferisce essere dormiente, cullata dal “domani si vedrà”.

La trascuratezza di cose che riguardano la collettività non dovrebbe nemmeno fare capolino nell’agenda di quanti si pensano politici o vorrebbero fare carriera.

La verità, triste ma perfettamente aderente alla realtà, è che c’è una classe politica scarsa, da destra a sinistra, alcuni tacciono per compiacere chi è al potere e non inimicarsi l’amico, gli altri sono addetti a una opposizione senza né capo né coda, buona sola a scaldare i motori e parlare per spot, all’occorrenza sbandierano la moralità e l’etica come fossero caramelle.

Il primo elemento che dovrebbe caratterizzare la classe politica è la propensione a fare chiarezza e non sostenere accuse in capo a qualcuno, semmai a diradare dubbi.

Ad oggi, pertanto, non appare maldestro il tentativo di molta politica rimasta zitta di fronte a quello che sta accadendo al padiglione di malattie infettive, immobili per comprendere quello che da soli avrebbero dovuto capire un anno fa, quando il 7 maggio del 2020 si è parlato del San Biagio, poi il trasloco altrove.

E se la politica arriva dopo a porsi anche una semplice domanda allora è una politica che è unicamente protesa al cambio di una lampadina, a segnalare una buca davanti l’abitazione di un elettore, far potare gli alberi. Povertà, di intenti e di contenuti, nessuna capacità politica.

Rossana Titone

 

Ma la politica è fatta di azioni e di coraggio, non di tirare a campare.

Perché il sindaco Massimo Grillo, che rappresenta la comunità tutta e non la parte politica che lo ha appoggiato, ha sbagliato ilpassaggio? Perché le rassicurazioni non le doveva pretendere, nemmeno sappiamo da chi, ma le doveva fornire alla città che è in attesa di risposte certe.

Una comunità intera vive da un anno senza l’ospedale perché interamente dedicato al Covid, quanto ancora si dovrà abusare della pazienza dei marsalesi? A questo la politica dovrebbe fare riferimento,invece si assiste a una mediocre pantomima in cui solo adesso i consiglieri fanno i comunicati stampa. C’è una cosache il presidente del consiglio, Enzo Sturiano, dovrebbe fare dimenticandosi di essere un forzista vicino a Toni Scilla, assessore regionale all’Agricoltura: chiedere un consiglio comunale aperto sulla questione. Le azioni andrebbero portate avanti collettivamente perché la salute è un bene collettivo e a questa responsabilità nessuno può sottrarsi,nemmeno i tanti giovani consiglieri comunali che vivono la politica di riflesso al sindaco Grillo o al vice sindaco Ruggieri.

I politici non dovrebbero andare a braccetto tra loro, vedasi foto repertorio al Paolo Borsellino, ma abbracciare il territorio.