Al processo sul depistaggio delle indagini successive alla Strage di Via D'Amelio che si svolge a Caltanissetta, è stato sentito come teste il questore di Sassari Claudio Sanfilippo, ed ex questore di Trapani. Sanfilippo era arrivato alla squadra mobile di Palermo nell’agosto del 1990. Nel 1992, all’epoca delle stragi, dirigeva una sezione istituita all’indomani dell’omicidio di Libero Grassi. Sanfilippo ha anche detto che su richiesta di Arnaldo La Barbera diede una mano a Mario Bo a redigere il cosiddetto “rapportone” sull’attentato di via D’Amelio.
“Non ho mai fatto parte del gruppo Falcone-Borsellino. Una volta a fine giornata Arnaldo La Barbera mi chiese di dare un’occhiata a dei brogliacci che contenevano delle intercettazioni ma non ricordo a quale delle due stragi si riferivano. Ogni sera mi arrivavano pile di brogliacci da leggere ma feci quel lavoro per due tre sere poi dissi a La Barbera che quel lavoro era assolutamente inutile e non avrebbe portato a nulla”. Così ha risposto ai giudici Sanfilippo.
“Devo essere sincero, la mia attivita’ – ha sottolineato – e’ stata davvero molto limitata. Era Bo che conosceva le attivita’ svolte fino a quel momento. Il teste si e’ anche soffermato sul giorno in cui si verifico’ la strage. “Ricordo che c’era una grandissima confusione, di gente che andava e veniva. Mi misi semplicemente a disposizione ma non svolsi alcuna attivita’. Mi fermai li’ fino a sera. Quello che era successo lo capivamo tutti. C’era un enorme cratere e quindi si capiva che l’esplosione era stata causata dun’autobomba”. Riguardo ai rapporti tra l’allora capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera e Mario Bo, Sanfilippo ha detto che erano ottimi e di non aver mai visto, ne’ conosciuto Vincenzo Scarantino.