Torna in libertà Vito Nicastri, l'elettricista di Alcamo diventato in pochi anni il "re del vento" e ritenuto dagli inquirenti contiguo a Cosa nostra.
Per lui, infatti, la pena è stato sospesa. Come mai? Nicastri ha tre condanne: due anni e dieci mesi per corruzione, quattro anni e tre mesi per intestazione fittizia di beni, due anni e sette mesi per bancarotta fraudolenta (Eolica Service di Palermo, con un buco da quasi quattro milioni di euro). Gli rimangono tre anni da scontare, ma, applicando il codice di procedura penale, il pubblico ministero ha sospeso l'esecuzione di questa pena residua.
Ricordiamo che a Nicastri è stato confiscato, per mafia, un patrimonio enorme: oltre un miliardo di euro.
Di Nicastri si è recentemente tornato a parlare perchè l'assessore Mimmo Turano, alcamese anche lui, ha ammesso di conoscere Nicastri da più di trent'anni, e che ha avuto da lui finanziate anche delle campagne elettorali. Ne parliamo qui.
Attualmente a Palermo c'è un processo in corso su un giro di tangenti alla Regione che avrebbero favorito Vito Nicastri e il suo presunto socio occulto Paolo Arata nell’ottenere autorizzazioni per affari nell’eolico e nel bio-metano. Ai regionali corrotti sarebbero andate mazzette dagli 11 mila ai 115 mila euro. Ne parliamo qui.