È finita tra lo sconcerto generale la seduta del consiglio comunale di Padova indetta per nominare il nuovo garante dei detenuti della città.
Su 22 preferenze necessarie per l’elezione, il principale candidato ne ha incassate 21. Quella decisiva, e che ha fatto saltare la votazione, è andata invece a ... Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa nostra condannato a più ergastoli e ricercato dagli anni Novanta.
L’identità del consigliere comunale che ha indicato il nome del superlatitante non è nota, visto che la votazione è avvenuta a scrutinio segreto, ma il caso è stato duramente condannato in modo bipartisan dall’assemblea. E ora rischia di finire direttamente in procura.
“La Giunta intende mettere in campo tutte le azioni presso tutte le sedi competenti per andare a fondo di questa ignobile vicenda”, ha attaccato il sindaco di Padova Sergio Giordani, che parla di “fatto gravissimo” non derubricabile a “goliardata”.
“Quanto accaduto in Consiglio Comunale mi ha profondamente scosso”, ha aggiunto il primo cittadino. “Padova è una città che si batte contro tutte le mafie, lo abbiamo testimoniato più volte e continueremo a farlo con tutta la forza necessaria. Non capisco come sia possibile che a un consigliere comunale, un rappresentante dei cittadini, passi per la mente di scrivere sulla scheda di un voto a scrutinio segreto il nome di un mafioso superlatitante”. Giordani lancia quindi un appello: “Chiunque sia stato, abbia un sussulto di dignità e non si consegni a quell’omertà, elemento triste e cardine su cui si basano proprio il comportamento mafioso e la prevaricazione – conclude – si autodenunci, chieda scusa e contestualmente dia le dimissioni immediate“.