Dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, "Mafiabet", che ha tratto in arresto l’imprenditore di Campobello di Mazara, Calogero John Luppino, e suo zio Mario Giorgi (potete leggere qui) e che ha coinvolto anche - per una vicenda di corruzione elettorale, l’esponente politico di Forza Italia, Stefano Pellegrino, è scaturita una prima sentenza, anche se non definitiva, del Giudice per le Udienze Preliminari di Palermo, Claudia Rosini.
Sono stati condannati a 12 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa l’ex assessore e consigliere comunale del Comune di Campobello di Mazara Mario Giorgi, Francesco Catalanotto a dieci anni e sei mesi di reclusione, Paolo De Santo per il reato di favoreggiamento senza l’aggravante di mafia a due anni di reclusione e Giacomo Barbera a due anni di reclusione per favoreggiamento senza l’aggravante di aver agevolato Cosa nostra.
Il tribunale ha poi assolto Giuseppe Di Stefano, Calogero Pizzolato e Antonino Tumbiolo per intestazione fittizia di beni perché il fatto non sussiste.
E’ una prima tappa dell’indagine che ha portato in carcere il rais delle scommesse Calogero Luppino, che ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario e quindi è sotto processo al Tribunale di Marsala.
La sentenza offre uno spaccato inquietante sui rapporti tra mafia e politica, soprattutto in vista di elezioni comunali e regionali in cui molti esponenti di spicco della consorteria mafiosa si “muovono” per accaparrarsi un quantitativo importante di voti da garantire al candidato di turno.
Secondo il Tribunale di Palermo Giorgi è stato incaricato dal Luppino di interfacciarsi per suo conto con il capo mafia mazarese Dario Messina e con altri sodali al fine di elargire loro somme di denaro.
Centrali, secondo il Tribunale, sono le figure di Messina e di Luppino.
Luppino, imprenditore del settore scommesse e consigliere comunale dal 2006 al 2011 a Campobello di Mazara, ha fondato un suo movimento “Io amo Campobello” influendo attivamente in occasione delle elezioni regionali del novembre 2017 e nazionali del marzo 2018.
Luppino ha intrattenuto rapporti e relazioni stabili con una pluralità di esponenti della consorteria mafiosa come Cinuzzo Urso, Franco Luppino, Rosario Allegra, Dario Messina, Filippo Dell'Aquila, Antonino Indelicato.
Inoltre a parlare di Luppino c’è anche il dichiarante Lorenzo Cimarosa, oggi scomparso, secondo il quale la mafia campobellese lavorava con le "macchinette" di Luppino.
L’importante ruolo di Luppino, si evince dai discorsi intrattenuti presso la sua sala giochi con Rosario Allegra, dove discutono degli assetti di Cosa nostra e del ruolo di Gaspare Como, di Urso, dell’omicidio di Giuseppe Marcianò, avvenuto a Tre Fontane nel luglio 2017, ma anche di competizioni elettorali regionali che videro la contrapposizione in Forza italia di Stefano Pellegrino con Toni Scilla (il primo oggi è deputato regionale, il secondo è assessore del governo Musumeci).
Calogero Luppino sperava che a Campobello prendesse in mano la situazione Francesco Luppino, storico campomafia campobellese da poco uscito dal carcere, che riteneva molto affidabile.
Nello scenario ci sono le continue somme di denaro elargite da Luppino ai sodali attraverso prestiti non restituiti e favori. E' stato accertato “che LUPPINO CALOGERO JOHN prestava assistenza economica nei confronti del detenuto LUPPINO Francesco, uomo d‘onore di Campobello di Mazara condannato, tra gli altri, anche per il delitto di associazione di tipo mafioso avendo svolto, tra l‘altro, un ruolo di cerniera tra le articolazioni palermitane di Cosa Nostra e quelle trapanesi, al quale l’imprenditore omonimo dimostrava profonda stima e considerazione per la sua operatività, addirittura rimpianta se raffrontata ad altri soggetti attuali, nonché l’interessamento per le sorti del suo procedimento penale".
Il 10 febbraio 2018 all’interno del suo ufficio Luppino diceva a Urso che aveva consegnato cinque mila euro a “Paolo” ovvero Paolo De Santo, che già in precedenza aveva ricevuto le somme da consegnare alla famiglia di Francesco Luppino. Di Paolo De Santo e del suo ruolo a Campobello di Mazara abbiamo parlato in diversi articoli: svolgeva lavori in proprio e anche per conto del comune di Campobello dal quale ha ricevuto diverse determinazioni di pagamento.
E sulle elezioni campobellesi del 2014 Luppino discuteva con il cognato di Urso sul mancato appoggio alla candidatura di Gianvito Greco che “non aveva voluto il loro appoggio in termini di voti procacciati”.
Luppino: e a noi non c'ha voluti... quando glielo avevamo detto noi...
Indelicato: gli ho detto «se tu a me mi avessi detto che volevi fare il sindaco io intanto.. .(omissis)... io ti avrei portato con me... ti avrei fatto incontrare con "cristiani” ho detto «io lo sai quanti voti ti avrei fatto prendere? 1.600 voti in più!»...gli ho detto «avresti fatto il sindaco... però il sindaco che appena sbagliavi di una virgola... tanta... "ì timpulùna»
Luppino: e già! Tu eri uno che poteva prendere parola... almeno... perché conoscendoti... sapevo che glieli andavi a mettere vero ...
Indelicato: no... io ci sarei andato a casa... gli bussavo e lo "sminchìavo" a legnate ...
Luppino: lo so... ma infatti... dico... ma a lui questo gli è mancato... gii è mancata una persona di questa che poteva prendere garanzie per lui...(omissis)
Indelicato: mi ha detto «minchia... così è?» ...