"La mafia a Trapani è forte perchè ha il consenso della gente". Lo dice l'ex Procuratore di Trapani, Marcello Viola, che ha guidato la Procura per cinque anni. Non certo una bella immagine del territorio, quella fornita dal Viola in un'intervista alla Nazione. Viola è oggi Procuratore Generale a Firenze.
L'intervista integrale la potete leggere qui.
Ecco cosa dichiara Viola: «Ho fatto per cinque anni il procuratore a Trapani, città dell’ultimo grande latitante di mafia che è Matteo Messina Denaro. A Palermo in alcune zone il controllo era totale e applicato con il terrore. Matteo Messina Denaro e la mafia trapanese invece avevano il consenso della gente. Se tu controlli l’economia, garantisci proventi ed equa distribuzione del reddito, se tu realizzi occupazione, perché la gente non dovrebbe schierarsi con te, in assenza dello Stato? In una serie di intercettazioni, quando si parlava di Matteo Messina Denaro, abbiamo sentito persone dire: lo dobbiamo adorare, lui è la testa dell’acqua, che in siciliano significa lui è la sorgente».
Al di là delle etichette, delle quali questo territorio fa fatica a liberarsi, Viola però centra un punto: ovvero l'assenza dello Stato. E' una questione che andrebbe approfondita. Fin quando, infatti, lo Stato sarà assente (nell'investimento nelle opere pubbliche, nell'aiuto concreto agli imprenditori, nella creazione di occupazione), in questo territorio, purtroppo, la mafia avrà un forte appeal. Così come non ci sarà mai una vera fiducia nelle istituzioni, e, duole dirlo, anche nella magistratura, finché emergeranno spaccati come quelli descritti nello "scandalo Palamara", con le toghe impegnate a spartirsi incarichi e potere ...