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18/03/2021 06:00:00

Castelvetrano, il padiglione abusivo della movida nel Sistema delle Piazze

 Il padiglione in legno del locale “Spazio Retrò” nel Sistema delle Piazze era abusivo.

Così come tanti altri chioschi e dehors che in questo periodo sono passati sotto la lente del comune.

E’ per questo che lo si sta smontando.

Il locale rimarrà aperto, semplicemente non potrà più usufruire di quest’appendice.

 

Da un po’, l’amministrazione Alfano ha cominciato a mettere il naso sulla regolarità dei chioschi. E quindi, non poteva non venir fuori anche la situazione di questo locale. 

In tanti hanno commentato sui social, come se una mattina il sindaco si fosse alzato e avesse deciso di far smontare tutto a causa di qualche cavillo burocratico.

Ma la burocrazia non c’entra nulla. C’entrano semmai le regole. Per tutti, a giudicare dal numero per nulla esiguo di chioschi che in città sono stati smontati perché abusivi.

Termine quasi tabù, come se contasse soltanto la prima autorizzazione. Che il locale aveva ottenuto nel 2008,  quando si chiamava ancora Cortez Cafè. Una concessione temporanea di suolo pubblico, con una validità di dieci anni che, dopo la naturale scadenza ed una proroga di un mese fino a tutto il 2018, era stata revocata.

Quando nel 2019, l’attuale titolare Alessandro Ampola prese il locale, la concessione era abbondantemente scaduta. Senza contare che chi c’era prima di lui – fanno sapere dal comune - si era dimenticato di pagare l’occupazione del suolo.

 

Certo, quella di non pagare le concessioni è sempre stata una consuetudine abbastanza diffusa in città. Il sindaco Alfano ha ripetuto più volte che il debito ancora esigibile dei tributi non pagati dei chioschi (fruttivendoli compresi) ammonta a 350mila euro. Il resto è stato “salvato” dalla prescrizione.

Ma questo sembra essere un dettaglio minore, rispetto all’indignazione che si è creata per un locale “costretto” a rinunciare ad un padiglione aggiuntivo.

Eppure soprattutto i chioschi di frutta, tra le categorie che anzi mediamente hanno aumentato il loro fatturato durante l’emergenza Covid, avrebbero potuto “mettersi in regola”, magari rateizzando il debito nei confronti del comune.

Al momento è difficile dire quanti abbiano pensato di volerlo fare davvero.

 

Ad ogni modo non è questo il caso di “Spazio Retrò”. Lì, anche a voler pagare, ormai non c’era più proprio la concessione.

Si dirà, ma non si poteva fare un’ulteriore proroga?

No. Oggi il titolare non avrebbe potuto chiederla, perché non ne avrebbe il titolo, dal momento che quando prese il locale, l’intestatario della concessione era comunque rimasto quello di prima, Maurizio Barresi. Che a sua volta, era subentrato alla ditta Ares Event Srl nel 2015. In quell’anno, Barresi fece la voltura della concessione del suolo pubblico (quella stipulata nel 2008) ed il tributo, fino a quella data, risultava pagato.

 

Ampola però, visto che non poteva più chiedere una proroga, avrebbe potuto fare una nuova richiesta di concessione. Ma sarebbe stata inutile, perché non sarebbe mai stata accettata in base alla normativa vigente. Anche perché nel nuovo regolamento, questi dehors chiusi, che di fatto sono un’estensione del locale stesso, non sono più previsti.

Nel 2008 invece andavano bene. E questo padiglione aveva ricevuto tutte le autorizzazioni possibili, perfino quella di essere costruito attorno ad un palo per l’illuminazione pubblica (come si può vedere dalla foto).

Insomma, alla fine, l’ordinanza sindacale che ne disponeva lo smontaggio fu inevitabile.

Ma non fu certo emanata in questi giorni. Risale all’anno scorso, quando il comune gli concesse una proroga (dell’ordinanza di smantellamento) fino al 31 dicembre 2020.

Prima che scadesse però il titolare chiese un’ulteriore proroga (sempre dell’ordinanza) fino al 31 marzo 2021, che gli è stata concessa.

Ai primi di marzo ne chiese un’altra. Ma prima ancora che la esaminassero, la ritirò, annunciando su Facebook che avrebbe smantellato il padiglione.

 

Insomma, il chiosco aggiuntivo in legno e vetro era dunque abusivo dal 2019, in seguito alla scadenza della concessione decennale.

E in ogni caso, era destinato ad essere smantellato.

Ma rimane sempre l’altro spazio, quello con gli ombrelloni. E per quello, almeno per il momento, grazie alle agevolazioni Covid sugli spazi all’aperto, non dovrà pagare nulla.

Sicuramente, quando tornerà la movida, anche il locale tornerà ad essere punto di riferimento ricreativo della città.

Le 350mila euro di tributi non pagati da parte dei chioschi, invece potrebbero non tornare più. Ma forse, per molti, è un problema secondario.

 

Egidio Morici