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22/03/2021 06:00:00

Sicilia, si inizia a parlare di alleanze per le Regionali 2022. Che aria tira nei partiti

 Si scaldano i motori per le elezioni regionali del 2022, i partiti sono tutti in movimento e si inizia a parlare di alleanze.

Sabato 20 marzo si è tenuta l’assemblea nazionale di Italia Viva, Matteo Renzi è stato chiaro: in Sicilia il partito svolgerà un ruolo di primo piano anche per le elezioni amministrative di Palermo, che dovranno svolgersi qualche mese prima delle regionali.

Italia Viva non ha parlato di alleanze ma di contenuti e metodi, tracciando una linea chiara e importante, oltre la quale non si potrà andare: mai con i populisti e mai con i sovranisti.

Di regionali ha iniziato a parlare Forza Italia, il partito siciliano scricchiola, Gianfranco Miccichè pare non essere più così accreditato con Silvio Berlusconi che pensa di sostituirlo.

Il commissario azzurro ha di fatto spaccato il partito, la segreteria ha rassegnato le dimissioni qualche mese fa, in provincia di Trapani il dialogo è esclusivamente con Toni Scilla, diventato assessore grazie proprio a Miccichè, mentre è rottura totale con il deputato Stefano Pellegrino, per non parlare poi del rapporto con Gaetano Armao, assessoreregionale al Bilancio, i due a malapena si salutano. Per questi motivi Berlusconi vorrebbe invertire la leadership o quanto meno farla condividere a Miccichè con altre personalità forziste.

Il progetto ovviamente non è andato giù al commissario che ha sfidato il Cavaliere con un: “Se vuoi mi cacci”.

I fedelissimi del presidente dell’ARS hanno subito blindato la posizione con una lettera inviataa Berlusconi, firmata non da tutti: “E’ opportuno evidenziare che Gianfranco Micciché ha ereditato un partito al di sotto del 5 per cento, e che in brevissimo tempo ha portato a percentuali che sfiorano il 20, non dimenticando che ha segnato poi la svolta per la Sicilia, portando il centrodestra e il nostro partito alla guida della nostra regione”.

L’elogio di Miccichè incontra il limite di un italiano raffazzonato ma soprattutto si tramuta in un atto di accusa verso altri deputati come Giuseppe Milazzo, oggi rappresentante a Bruxelles, su come sia sparito subito dopo le elezioni europee.

I forzisti sono in agitazione, si potrebbe andare verso la scissione, la corrente di Miccichè è forte dei propri numeri e quindi pronta a confrontarsi sul dato elettorale, il presidente che dovrebbero appoggiare è proprio l’uscente Nello Musumeci.

Il Partito Democratico non sta a guardare, al suo interno ci sono varie posizioni, ed è notorio, le stesse che hanno portato a perdere le competizioni.

La nomina di Giuseppe Provenzano a vice segretario nazionale apre nuovi scenari, la sua figura potrebbe essere spendibile per correre come governatore dell’Isola. Il suo profilo mette d’accordo tutti, da Peppino Lupo al segretario regionale Anthony Barbagallo. Il Pd da solo non ha i numeri sufficienti per eleggere Provenzano e allora l’alleanza oltre che con il M5S potrebbe essere con IV e con il mondo dei moderati.

I grillini, però, potrebbero non rinunciare ad avere un proprio candidato presidente, i nomi in ballo al momento sono più di uno da Luigi Sunseri a Giancarlo Cancelleri o Nuccio Di Paola.