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31/03/2021 06:00:00

Il delitto perfetto di Razza e Musumeci

 L'errore è cercare un movente. Non bisogna cadere nella trappola confezionata dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, quando dice: "Razza non aveva il motivo di truccare i dati per non avere la zona rossa in Sicilia, perché eravamo noi a chiedere la zona rossa". Insomma, dice Musumeci, se Razza avesse voluto taroccare i dati, avrebbe dato indicazioni opposte. No, non dobbiamo credere a questo movente, né ad un altro. Semplicemente, perché il movente non c'è.

Mi spiego meglio. I dati sul contagio del coronavirus in Sicilia venivano manipolati, cambiati, ritoccati, corretti, arrotondati - come in tanti abbiamo il sospetto che avvenga da inizio pandemia - solo per un motivo. Che è: accontentare il potere. I suoi desideri. Piegare i numeri al volere dell'assessore, come del presidente. Perché dai numeri il potere trae la sua forza. E quando la politica controlla i numeri, li usa a suo piacimento. Ex ante, per giustificare un'emergenza o allontanarla, ex post, per certificare il proprio operato. No, non c'è una ragione nella lotteria dei numeri fatta da Razza e company sopra le nostre teste e le nostre vite. E' puro istinto, gusto di poter decidere. Aumentiamo un po' i tamponi qui, spalmiamo un po' di morti là, quasi si stesse dipingendo un quadro. Ecco, i numeri sono una fotografia di quello che accade. Al potere, invece, interessa poter dipingere la realtà a proprio piacere: scegliere tela, soggetto, colori. 

Il potere è il  manager che vuole fare vedere quanto è capace al funzionario, è il funzionario che deve compiacere il dirigente, è il dirigente che si vuole coccolare l'assessore, è l'assessore che vuole fare sapere al Presidente quanto è bravo, è il Presidente che deve fare la diretta sui social per mostrare urbi et orbi il coraggio con cui affronta la pandemia, la bontà delle sue scelte, la ragionevolezza delle sue decisioni, l'acume delle previsioni. 

Musumeci non sapeva, dicono le indagini. Tutto il tracchigio avveniva a sua insaputa, lui era ingannato. Musumeci non sapeva. Ma in realtà sapeva. E sa. Come sappiamo noi, dei dati dei guariti che improvvisamente spuntano a decine, dei focolai nascosti, delle tante esperienze che abbiamo avuto quest'anno nel racconto dell'emergenza, con l'Asp di Trapani a tranquillizzarci, rabbonirci, rimproverarci. Musumeci sa. E sa cos'è il potere, lo pratica e lo conosce, e come funziona, su quali imposture si basa, quali mostri crea. Sa Musumeci, e sanno in tanti. Che, come al solito, si voltano dall'altra parte alla bisogna, fanno finta di nulla, o danno anche il loro scellerato contributo. 

Musumeci sa. Noi sappiamo. Dei tanti saltacoda che ogni giorno si fanno vaccinare perchè sono più uguali degli altri, fino allo scandalo del padiglione Covid a Marsala sul quale non finiremo mai di tenere accesi i nostri riflettori perché non è stato neanche costruito e già racconta tanto di come la politica decide, dalle nostre parti, la gestione dell'emergenza sanitaria. Avere trasparenza su quell'opera pubblica, oggi più che mai, dovrebbe essere la prima richiesta del Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, anzichè arrampicarsi sugli specchi per difendere Musumeci e annunciare improbabili tavoli tecnici (cosa si aspetta? che l'Asp o la Regione gli dicano: "Cucù! Ecco i dati esatti, li tenevamo nascosti ...").

L'errore è cercare il reato. Non bisogna neanche cadere in questa trappola. Nel comportamento di Razza e soci il reato è poca cosa. Si, è il reato di falso, la pena è anche severa. Ma vedrete che, come sempre, la difesa è pronta: avete capito male, era un semplice riallineamento, si faceva per scherzare, è la macchina del fango. Poi magari si spiegherà che i dati non avrebbero cambiato nulla nel quadro dei provvedimenti. E quindi senza conseguenze, mica c'è reato. Oppure che Razza non sapeva che era vietato cambiare i dati. E senza dolo, mica c'è reato. 

Non dovete cadere nell'errore di cercare il reato. Perché il reato non è scritto nel codice penale. E' politico. E' la colossale distruzione di ogni impalcatura di fiducia nelle istituzioni che eravamo riusciti a costruire. Il reato di Razza &  Musumeci è questo. Che non crederemo più ai dati, come alle opere pubbliche annunciate, che sorrideremo ad ogni annuncio come chi si fa prendere in giro e non protesta solo per quieto vivere, che non crederemo più al virus, e forse neanche ai vaccini. E' devastante. Perché quella che emerge dall' inchiesta di Trapani non è una frode che troviamo nel codice penale, ma una disonestà politica che mina alla base ogni patto di fiducia tra cittadini e politica. 

Senza movente, dunque. 

Senza reato.

Razza e Musumeci sono riusciti a compiere un delitto perfetto. 

Giacomo Di Girolamo