Sono passati quattro mesi da quando il sindaco Grillo, la sua giunta e i consiglieri di maggioranza, dichiaravano che non potevano spendere fondi per le luminarie perché dovevano destinarli per aiutare per le fasce più disagiate della città.
Abbiamo pensato in molti che poteva essere una scelta saggia, vista la crisi economica e sociale che si attraversava. Aspettavamo tutti in quel Natale molto triste, con attività commerciali chiuse -seppur con piazze e vie affollate - che arrivasse quel provvedimento per l’elargizione di buoni spesa, programmati in tutti i comuni. Ci aspettavamo l’organizzazione della macchina di solidarietà, così come fatto in emergenza nella prima ondata (marzo-luglio 2020), un lavoro difficile e svolto con grande generosità e collaborazione tra l’amministrazione, con i servizi sociali, donne e uomini volontari che lascivano tutto per dedicarsi alla consegna di carrelli solidali, raccolta fondi e preparazione dei pacchi spesa.
Purtroppo passò dicembre, passarono le feste -se così possiamo chiamarle - e non abbiamo visto nulla, se non investimenti per organizzare “macchine” di comunicazione, di assegnazione di incarichi, nomine di esperti e di cda inutili e onerosi per il comune e quindi per tutti i cittadini. Sulla sanità meglio non dire.
Nel mese di gennaio si pubblicò l’avviso per un progetto che il suo staff chiamava “tendi la mano”. Ci chiediamo che fine abbia fatto. Perché si è bloccato tutto? Dove sono finiti i soldi pubblici che l’amministrazione dichiarava di risparmiare dalle luminarie natalizie per concederli sotto forma di contributo sociale ai più bisognosi?
Ci auguriamo che la difficoltà non sia perché non si riesce a decidere a quale associazione o fondazione far gestire il progetto di solidarietà.
Comprendo bene le difficoltà, non è facile mettere tutti d’accordo. Ma caro Sindaco, mi permetta, lei che nella sua vita ha parlato sempre molto di “solidarietà”, di carità cristiana, dovrebbe capire bene che la nuova fascia di poveri, centinaia in più nella nostra città (tra aprile e maggio si consegnavano circa 100 pacchi spesa ogni giorno solo dal comune), riguarda non solo chi non ha un occupazione da anni - per fortuna il reddito di cittadinanza è riuscito a tamponare il malessere sociale - ma nuovi soggetti, come i lavoratori stagionali che non hanno coperture economiche, i gestori di attività sportive, i commercianti, i ristoratori in ginocchio che hanno abbassato le saracinesche perché non possono sostenere le spese con il solo servizio di asporto. In molti casi dove non arriva l’aiuto dello stato, subentra il malaffare.
Caro Sindaco, i buoni spesa sono stati attivati in tutti i comuni già da mesi. A Marsala, con tutti gli esperti che lei ha nominato, primo tra tutti quello ai servizi sociali, perché non siete ancora riusciti a dare un aiuto concreto ai “nuovi poveri”, sono migliaia in città. E le assicuro che chi vive il disagio economico è già vittima di un disagio sociale che non sarà facilmente curabile.
Le avevamo chiesto in tempi non sospetti di organizzare dei call center che dessero informazioni ai cittadini, sollievo psicologico, le avevamo chiesto di dare aiuto concreto, ma per tutti i cittadini in difficoltà e non per i suoi amici e sostenitori elettorali.
Auguro una serena Pasqua a tutti coloro che non andranno a fare la spesa per le feste, ai gestori della mensa fraterna, ai volontari che privatamente sotto forma di associazioni, continuano ad assistere famiglie disagiate, e a coloro che, vivendo nelle belle stanze arricchite da tavole imbandite, auguro di avere tanta generosità per donare al vicino indigente. Sono davvero tanti e so bene che il peso della responsabilità di chi amministra comporta anche notti insonne, per chi opera con scrupolo e coscienza. Buona Pasqua anche a lei signor Sindaco e alla sua amministrazione, per molti purtroppo non lo sarà.
Linda Licari componente assemblea regionale PD