La maggioranza che sostiene il governo regionale scricchiola, l’approvazione della Finanziaria ha portato a galla tutti i malumori e ha fatto filtrare indiscrezioni per il futuro della coalizione.
In Aula lo stesso presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, lo ha detto chiaro: “E’ saltato il banco”, una maggioranza che è andata sotto più volte e che deve ricomporre i suoi pezzi, mentre l’opposizione dichiara finita e in modo fallimentare l’epoca Nello Musumeci.
Lo scandalo che ha coinvolto l’assessorato alla Sanità, che ha portato alle dimissioni di Ruggero Razza, è destinato ad avere ripercussioni sugli equilibri politici.
Il 2022 è l’anno delle elezioni regionali, questa stessa maggioranza dovrebbe compattamente sostenere l’uscente Nello Musumeci, che ha già manifestato la volontà di candidarsi per il secondo mandato. Qualcuno all’interno della coalizione ha storto il naso e allo stesso tempo sta guardando altrove, non è detto che l’attuale governatore metta d’accordo tutti, la Lega ha già espresso l’intenzione di avere un proprio candidato, non esclude la figura di Musumeci ma non intende rinunciare al simbolo di partito.
La fluidità del voto ha mostrato come l’elettore non è abbagliato dalle promesse di programmi imponenti, nel 2017 il centrodestra parlava di riforme e di nuovo volto per la Sicilia ma dopo quattro anni di riforme non se ne sono viste, resta la complessità di una regione che non decolla con il turismo, che non ha una occupazione da offrire ai propri figli.
Saranno gli stessi ritornelli che verranno intonati alla prossima campagna elettorale e che faranno da cornice ai candidati alla presidenza.
Il Partito Democratico è molto critico nei confronti dell’attuale compagine, fino ad un anno fa c’erano i margini di un buon dialogo, oggi al giro di boa i dem vogliono cambiare passo e stanno lavorando ad una alternativa che sia vincente, credibile e di rinnovamento.
E’ possibile che i loro alleati siano i Cinque Stelle con cui Enrico Letta, attuale segretario nazionale, ha intrapreso un dialogo costante volto ad allargare la base del centro sinistra.
Sui nomi si sta ragionando molto, non si fa mistero: c’è chi punta su Peppe Provenzano, ex Ministro per il Sud. I pentastellati saranno in grado di convergere su questa figura o chiederanno di esprimere un loro candidato?
Nel frattempo per fare chiarezza e per chetare gli animi tra qualche giorno si terrà un vertice di maggioranza, si tratta di una verifica interna.
Una svolta con contestuale cambio di marcia la chiede Nino Minardo, segretario della Lega in Sicilia, ci vuole visione-dice- ma anche la capacità di essere squadra che spesso è venuta meno.