Tutti contro don Antonio Michele Cruciata, parroco di Castellammare del Golfo.
Le sue dichiarazioni – il prete ha invitato le donne a non denunciare gli abusi e le violenze subite – ha suscitato anche la presa di posizione delle donne del Pd di Trapani.
“Ha descritto – dicono - con parole oltremodo indegne un quadro arcaico e più che patriarcale dello stato di famiglia; in cui la donna deve tacere e subire per il bene supremo dei figli e della famiglia. Il linguaggio che usiamo non è soltanto uno strumento di comunicazione ma una parte centrale dell’edificazione dell’individuo nella società. Ogni parola vale ciò che vogliamo rappresentare, sappiamo bene inoltre che la chiesa di Papa Francesco non è fatta di parole così indegne , tantomeno la società che vogliamo costruire”.
Le donne Democratiche, pertanto, condannano “con forza le dichiarazioni di monsignor Cruciata perché mai più si possa dare credito a persone che usano parole simili sulla violenza sulle donne. Sappiamo tutte e tutti che essa è sistemica, esiste in ogni ambito di vita , si snoda e si struttura senza sosta nella sfera familiare in quella relazionale passando per quella politica economica sociale nonché culturale”. Per le esponenti del Pd “è quindi di fondamentale importanza per la costruzione di una società sana, deplorare e isolare persone che ancora oggi si possono permettere di esprimere liberamente pensieri così gravi. Nondimeno siamo convinte che per le vittime di violenza sia fondamentale rompere l’isolamento e comprendere la centralità del loro problema, tutto ciò può avvenire in una società sana” .
E ricordano che “in questa società esiste un servizio telefonico pubblico ( 1522 ) attivo 24h su 24promosso dal Dipartimento nazionale per le Pari Opportunità, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime. Esistono i Centri Antiviolenza, luoghi in cui vengono accolte le donne che hanno subito violenza. Grazie all’accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all’ospitalità in case rifugio e ai numerosi altri servizi offerti, le donne sono coadiuvate nel loro percorso di uscita dalla violenza" .
"Questa – concludono - è la società che noi vogliamo continuare a sostenere per tutte noi, sempre”.
DIOCESI. In merito al clamore suscitato dalle affermazioni di don Michele Antonino Cruciata, ex parroco di Balata di Baida (Castellammare del Golfo) attualmente in pensione da uffici pastorali, la Curia Vescovile di Trapani puntualizza che quanto affermato dal sacerdote corrisponde a sue opinioni personali e non riflettono il pensiero, la valutazione e l’accompagnamento pastorale della Chiesa che condanna ogni tipo di violenza. Pur tenendo conto di eventuali forzature mediatiche, è la stessa disapprovazione sociale, coralmente manifestata nei suoi confronti, a rivelare la debolezza della posizione di don Cruciata: le sue esternazioni non si possono condividere in nome di valori civili e umani e ancor meno in nome di virtù che si vogliono far passare come cristiane. Sebbene come privato cittadino egli abbia la libertà di poter esprimere opinioni del tutto personali, ci si rammarica anche della modalità con cui argomenti così delicati e sensibili vengano trattati sui social. Nel ribadire l’impegno evangelico e pastorale a favore della difesa della dignità delle donne in sintonia con il magistero di Papa Francesco e di tutta la Chiesa, la Diocesi auspica un uso sempre più responsabile delle notizie e delle opinioni per evitare “battaglie di parole” che invece di costruire e custodire il senso profondo della persona e della comunità, ne svuotano la ricchezza e la verità.