Umanizzare gli ospedali significa renderli meno ostili possibili ai pazienti che sono ricoverati o si trovano lì per la somministrazione di cure, un lungo percorso che vede come parte attiva la cittadinanza. Chiunque può donare agli ospedali del territorio a ai singoli reparti con l’obiettivo di rendere la degenza meno triste.
In America questo avviene costantemente, tuttavia lo schema della Sanità d’oltreoceano è nettamente diverso dal nostro.
Umanizzare i nosocomi significa centralizzare il paziente, a maggior ragione in questo periodo di pandemia in cui l’accesso agli ospedali non viene consentito ai familiari e gli unici volti che un degente vede sono quelli dei medici e degli infermieri.
Dalle piante alla presenza di tv, di tablet, di nuove tecnologie che consentano di fare stare meglio il paziente consentendogli una connessione con il mondo esterno e uno svago.
Ma cosa significa nello specifico umanizzare gli ospedali? E’ un concetto molto ampio che abbraccia diversi settori, dall’arredamento al rapporto con medici e infermieri, con i familiari, meno burocrazia e più attività sociali.
Se il ricovero è più accogliente, sia negli ambienti che nel contatto umano, allora il paziente vivrà quel periodo di sottrazione alla propria famiglia e alla propria casa in maniera meno alienante. Questo piano di umanizzazione è ad esempio già in corso al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, con un miglioramento dell’accoglienza degli utenti e relativi interventi di restyling di alcuni spazi comuni, è stata introdotta la clown terapia in reparti di pazienti adulti da psichiatria ad oncologia ed ematologia.
C’è molta attenzione anche da parte delle aziende del luogo, nella giornata di sabato l’azienda Agri-Servizi per l’Ambiente ha donato sei tv al reparto di Ginecologia del Paolo Giaccone, diretto dal professore Renato Venezia, che ha sottolineato come sia essenziale rendere la degenza meno gravosa possibile per lo stato psicologico dei pazienti, specie in questo periodo così difficile e pieno di privazioni. Molte donne, ha evidenziato Venezia, hanno rinunciato alle cure anche di prevenzione non solo per la paura del Covid ma per una indisponibilità economica. A tutto ciò si aggiunga il fatto che il tasso di denatalità nell’ultimo anno è aumentato, tiene a precisare il professore Giovanni Corsello che dirige il Dipartimento di Scienze per la promozione della salute e Materno-Infantile: “Dobbiamo promuovere e diffondere la cultura della nascita, motivare le famiglie e per questo i centri nascita devono essere dotati di tutti i confort”.
"Umanizzare gli ospedali". L'esperimento di Palermo from Tp24 on Vimeo.