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11/04/2021 22:30:00

"Le coste di Balestrate, Alcamo e Castellammare a rischio pesca illegale"

 "Le coste di Balestrate, Alcamo e Castellammare del Golfo sono a rischio di pesca illegale”. A lanciare l’allarme è Valentina Palmeri, deputata regionale di Attiva Sicilia.

“Sempre più frequentemente – afferma Palmeri - mi pervengono segnalazioni di pratiche scorrette effettuate nelle ore notturne e mediante pescherecci con reti a strascico sottocosta e nelle ore diurne mediante pescherecci con reti a circuizione usate sempre sottocosta, in fondali di pochissimi metri, quindi ‘strascicando’ gli stessi fondali”.

Per questo motivo Palmeri ha scritto una lettera alle Guardie costiere di Trapani e Palermo, alla Delegazione di Spiaggia di Balestrate, al comandante dell’Ufficio Locale Marittimo di Castellammare del Golfo e per conoscenza al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali al Ministero della Transizione Ecologica e alle Prefetture competenti, chiedendo un intervento per avviare verifiche e fermare eventuali abusi.

“La pesca illegale – scrive Palmeri - quella a strascico in particolare, fatta sottocosta e ai danni di pesci molto piccoli, la cosiddetta ‘neonata’, o ‘bianchetto’, la cui pesca è vietata, è un’antica piaga che sta mettendo a repentaglio flora e fauna di larghi tratti delle nostre coste, svuotando i mari anche per colpa di certi pescatori che trascinano i loro tramagli sui fondali, estirpando alghe preziose e tirando su quantità di pesci superiore a quelli concessi soprattutto sottotaglia, anche in periodi di fermo biologico. Inoltre, la pesca a strascico bentonica è fonte di notevole impatto sull'ambiente marino, le reti a strascico infatti distruggono o asportano qualunque cosa incontrino sul fondale, pesci, invertebrati, coralli, alghe, posidonie, devastando l’ecosistema in cui le comunità biotiche originarie si potranno reimpiantare solo dopo molto tempo”.

Palmeri richiama anche il Regolamento Ue che individua i valori minimi di distanza e profondità per l’uso degli attrezzi da pesca e vieta l’uso di attrezzi trainati entro le tre miglia dalla costa o all'interno dell'isobata di 50 metri quando questa profondità è raggiunta a una distanza inferiore dalla costa.