15 anni fa veniva arrestato Bernardo Provenzano, dopo una latitanza lunga 43 anni.
Era l'11 aprile 2006 quando il boss di Cosa nostra gli uomini della Squadra Mobile di Palermo e dello Sco della Polizia di Stato lo trovano nel covo di Montagna dei Cavalli, poco fuori la sua città, Corleone.
Nel casolare, tra formaggi crocifissi e santini, anche tanti pizzini. E proprio i pizzini, il sistema di comunicazione pensato da Binnu, hanno portato a trovare il boss braccio destro per anni di Totò Riina e dopo il suo arresto, capo di cosa notra in Sicilia. E' stato tra i protagonisti delle due guerre di mafia, negli anni 60 e 80, e autore di numerosi omicidi. Dopo la cattura di Totò Riina, Provenzano ha cambiato strategia: niente bombe, niente fatti eclatanti, la mafia in silenzio pensa solo agli affari.
Le indagini per la cattura di Provenzano sono state lunghe e articolate, fatte di intercettazioni, appostamenti e pedinamenti. E' stato seguito per mesi il viaggio della corrispondenza fino ad arrivare poi nel casolare di Montagna dei Cavalli. I pizzini trovati nel covo di Provenzano sono stati poi utilizzati per successive indagini antimafia. Da lì è partita una stagione di arresti eccellenti e operazioni antimafia.
Bernardo Provenzano è morto a 83 nel luglio 2016, da anni era malato di cancro.