C'è bisogno di leggerezza, e di spensieratezza in questo momento così difficile per il Paese, alle prese ancora con la pandemia. C'è bisogno di leggerezza per le imprese, e in questo in quest'ottica Donnafugata ha lanciato la nuova campagna di comunicazione con un nuovo video istituzionale che celebra anche le bellezze della Sicilia. Josè Rallo come nasce l'idea di questo video?
Questo video è frutto della pandemia. Il mio terzo disco è stato registrato dopo la fine del primo lockdown, a giugno 2020, proprio con l'intenzione di dire che ci siamo, che la creatività è sbocciata anche grazie al silenzio, al tempo lento della pandemia. E' nato questo desiderio della band di registrare il nuovo disco. Le riprese sono state fatte in un'altra finestra della pandemia, a settembre e ottobre, durante la vendemmia. Una finestra che ha consentito di dire al nostro videomaker del cuore, Virginia Taroni, di venire giù al sole a riprendere la bellezza della Sicilia. Questo video è il frutto della pandemia che è stata per noi produttrice di frutti generatrice di creatività.
Una stagione difficile questa per il settore del vino. Diversi imprenditori dicono che tengono grazie al canale dei supermercati e della grande distribuzione. E' chiaro che il canale dell'Horeca è venuto a mancare. Ci si reinventa in tempo di pandemia.
Assolutamente sì. Per la mia azienda l'horeca rappresenta il 70% del fatturato. Quando è scoppiata la bomba ci siamo messi in stato di allarme e in assetto da guerra, quasi. Abbiamo convocato i nostri collaboratori più fidati, i nostri consulenti, per cercare di reinventare un modello di business. Non era possibile perdere il 70% di fatturato. Quindi abbiamo cercato di fare il più possibile sui canali rimasti aperti. Intanto le enoteche, che sono un nostro canale tradizionale, perchè comunque la gente a casa ha continuato a bere e anche meglio. Abbiamo un incremento della qualità degli acquisti di chi beve a casa. Magari per consolarsi, per regalarsi un'esperienza positiva. Poi c'è stato il canale della vendita online, che è cresciuto a tre cifre, abbiamo avuto un +400% negli Stati Uniti, per esempio. Un canale che rappresentava nulla. In Italia eravamo solo al 3%, che però si è raddoppiato, e oggi conta il 7%. In altri paesi del mondo, come la Germania, il vino online è pari al 20%, o negli Stati Uniti e in Cina che è al 30%. Riuscire ad entrare in contatto con le piattaforme di questi paesi all'estero è stato per noi un obiettivo sul quale abbiamo lavorato tutti insieme. Tutto quello che abbiamo potuto mettere in campo per raggiungere canali attivi emergenti lo abbiamo fatto. E abbiamo chiudo un anno con una piccolissima flessione.
Quando ne usciremo, e come, secondo lei?
Non a breve. Gli italiani sono discoli, e i marsalesi magari anche di più. Non è questione di controlli, è questione di coscienza, di responsabilità. Se c'è un virus che si contrae ad un metro di distanza senza mascherina io non devo incontrare le persone, e se le incontro devo mantenere la distanza, indossare la mascherina punto e basta. Non posso pretendere che il vigile urbano mi venga a trovare in casa a verificare. Ho una coscienza di cittadino, per me, per i miei cari, per i miei figli, per chi sta in ospedale, per i sanitari che hanno rischiato la vita. Non possiamo sempre appellarci ai controlli. Se non cambia la coscienza delle persone non cambia nulla in breve termine. Poi certamente ci possono essere i tempi delle vaccinazioni. Ma dobbiamo adottare un nuovo stile di vita e le aziende devono adottare un nuovo modello di business. La pandemia ha accelerato dei trend che erano già emergenti, il digitale era uno di questi. Non aveva senso che io andassi a Roma due volte a settimana per una riunione di due ore. Nella sostenibilità totale di questo mondo questo modello di vita è superato. Si approderà ad una nuova vita, un nuovo modo di fare tutto, di fare scuola, di fare commercio, di fare impresa, andremo incontro ad una modalità ibrida. Il digitale prenderà il posto di tante cose che facevamo in presenza, ma tutto questo avrà degli effetti positivi.