Con la deposizione dell’accusatrice è entrato nel vivo, in Tribunale, a Marsala, il processo ad un 26enne salemitano, Silvio Villari, residente a Mazara, imputato per maltrattamenti familiari, lesioni personali e violenza privata.
L’accusatrice è la moglie, N.G., anche lei di 26 anni. La donna, nella sua denuncia contro il marito (difeso dagli avvocati Vito Cimiotta e Paolo Paladino), racconta che tra il dicembre 2019 e luglio 2020, spesso dopo avere fatto uso di sostanze stupefacenti, l’uomo l’avrebbe più volte picchiata. Anche quando era in stato di gravidanza. Costringendola, tra l’altro, sempre secondo l’accusa, anche a “tollerare” la sua abitudine a far uso di droga.
Sei sono gli episodi di violenza contestati. “In diverse occasioni – si legge nel decreto che dispone il giudizio – strattonava la moglie, la colpiva con pugni, graffi, la sbatteva a terra, e in un caso, nel dicembre 2019, quando la stessa si trovava in stato di gravidanza”. E questo costituisce un’aggravante al reato contestato. L’ultimo episodio di violenza è datato 17 luglio 2020, quando alla donna furono diagnosticate ferite guaribili in cinque giorni. Ieri, la donna, costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Rosaria Bonanno, è stata ascoltata in aula. Rispondendo alle domande della presidente Alessandra Camassa, del pubblico ministero Roberto Piscitello e degli avvocati, ha confermato le accuse, anche se ha aggiunto che diversi degli episodi di violenza denunciati non hanno avuto testimoni e che fino a qualche mese prima della nascita del figlio i rapporti con il coniuge erano buoni.