Decine di migranti sono stati recuperati in mare nelle ultime ore, sia da una Ong sia dalla Marina militare italiana: un intervento di soccorso in mare è stato portato a termine questa mattina dalla nave umanitaria Sea Watch 4; è il secondo in poche ore ed è avvenuto nella stessa zona del Mediterraneo centrale dove ieri aveva recuperato 44 migranti. Stavolta, i migranti che erano su un gommone nero, circa 46 miglia al largo di Al-Zawiya in zona Sar libica, sono 77; tra loro undici donne e un neonato. Sulla nave, tornata in mare solo due giorni fa dopo otto mesi di fermo, ci sono adesso 121 persone. Come era accaduto ieri, anche oggi l’equipaggio della Ong tedesca ha assistito “all’intercettazione violenta di un altro gommone da parte della cosiddetta Guardia costiera libica”, come fa sapere la Ong in un tweet.
Nella tarda mattinata si è poi saputo che anche la Marina militare italiana ha effettuato un soccorso in mare di migranti: 49 persone che erano su un gommone sovraffollato e alla deriva in acque internazionali, a circa 75 miglia a nord di Tripoli, sono state individuate e prese a bordo del pattugliatore “Comandante Foscari”. Ne ha dato notizia la stessa Marina militare, sottolineando come l’intervento della nave militare sia avvenuto durante l’attività della missione Mare Sicuro varata “per garantire presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale e nello Stretto di Sicilia”.
Nel Mediterraneo centrale, nel tratto di mare davanti alla Libia occidentale, in questi giorni sono state diverse le segnalazioni di gommoni in partenza. Un flusso che è ripreso non appena il mare è tornato più calmo (anche se ieri tra i 44 migranti portati a bordo della Sea Watch 4 alcuni migranti hanno raccontato di essere stati costretti a salire sul gommone nonostante le condizioni del mare non fossero buone), e in temporale coincidenza con il ritorno in attività, proprio nell’area libica tra Sabratha e Zawiya, di Bidja, l’uomo che le organizzazioni internazionali ritengono un pericoloso trafficante di uomini e un ricercato e che le autorità libiche hanno invece scarcerato appena poche settimane fa, restituendogli il suo lavoro nella Guardia costiera locale e anzi promuovendolo.
In mare, in attesa che le venga concesso un “Pos”, il porto sicuro, c’è ancora la Ocean Viking. La nave di Sos Mediterranée ha a bordo 236 migranti recuperati martedì con due operazioni di salvataggio. La nave si trova attualmente in navigazione tra Malta e Pantelleria, al di sotto della Sicilia.
La “rotta più mortale al mondo”, cioè il Mediterraneo centrale, stavolta ha consegnato ai soccorritori persone vive. In un “altro” mare, nell’oceano Atlantico, altri migranti in partenza dall’Africa occidentale e diretti alle Isole Canarie, territorio spagnolo e dunque Europa, hanno però perso la vita in questi giorni: ieri è stata trovata in mare una barca con 24 cadaveri a bordo; l’Ong spagnola Caminando fronteras sostiene che su quella imbarcazione fossero molti di più e che all’appello mancherebbero almeno altre 32 persone. Sarebbero rimaste in mare, secondo Alarm Phone, per 22 giorni. Solo tre le persone che si sono salvate.