Tra sabato notte e ieri sera quasi millecinquecento migranti sono sbarcati a Lampedusa. Sono state diciotto ore di sbarchi pressoché continui. Tra le sedici imbarcazioni arrivate in prossimità della costa dell’isola c’era di tutto: vecchi pescherecci arrugginiti, barche in legno e barchini in vetroresina.
Il primo barcone, all’alba, era una carretta con 325 persone stipate a bordo. In mattinata, è arrivato un vecchio motopesca arrugginito, che ha rotto il motore a tre miglia dalla costa, con altri 398 profughi. Poi gruppi di 98, 97, 109 persone.
«È come se, d’un tratto, fosse stato dato un ordine di partenza in contemporanea» scrive La Stampa.
«Sono partiti quasi tutti dalla Libia» dice il sindaco di Lampedusa, Totò Martello.
Gli sbarchi sono cessati ieri sera. I profughi sono 1493. Quasi tutti dell’Africa sub-sahariana, alcuni siriani, un gruppo di bengalesi. Molti uomini, qualche donna e qualche minorenne.
«I migranti, soccorsi sempre a poche miglia dall’isola e trasbordati sulle motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza, una volta sbarcati al molo Favaloro sono stati quasi tutti portati nell’hotspot; altri sono rimasti in banchina in attesa di essere ospitati nei locali della chiesa; quattro con la Tbc sono stati trasferiti in Sicilia in elicottero. L’obiettivo è di portare tutti via dall’isola il prima possibile» scrive sempre La Stampa.
«Ieri però in rada non c’erano navi quarantena, quasi che Roma non si aspettasse arrivi in massa. Ne sono attese due per oggi» aggiunge.
«Non è facile fare convivere gli africani del Ghana, “neri neri”, come li definiscono tunisini e marocchini, con gli etiopi, con gli stessi egiziani. Diffidenze legate al colore della pelle, all’etnia, alla fede religiosa in un miscuglio di umanità che gli operatori del Centro
faticano ad assecondare, assistendo a volte impotenti alla contesa per una branda, per un angolo coperto da una tettoia» racconta il Corriere.
Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha parlato con Draghi al telefono. «Si è deciso di istituire una Cabina di regia per affrontare il dossier insieme agli altri ministri coinvolti: oltre all’Interno, la Difesa, gli Esteri e i Trasporti. Tutto questo per pianificare misure condivise in vista di un’estate che si annuncia complicata sul fronte flussi in arrivo» scrive il Messaggero.
Il Fatto nota che nella cabina di regia non c’è nessun ministro leghista.