“Alla fine, io sto in lockdown da quando è morta mia moglie Loredana. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Con lei ci parlo ancora. Quando sto solo e qualcosa non va. Dico: ‘Eh amore mio...’ Se mi sono più innamorato? Ma di chi? Ma perché? Innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una.”
Queste le parole al Corriere della Sera di Marco Giallini su sua moglie, scomparsa 10 anni fa.
L’attore si è raccontato in una lunga e intima intervista. La morte della moglie è coincisa con il momento in cui ha deciso di diventare popolare, “per dare una possibilità in più ai figli. Dovevo tirarli su come ci eravamo promessi. Lei voleva che facessero il Classico, uno lo fa, l’altro l’ha finito: è una cosa stupenda, chi fa il Classico si riconosce da lontano”.
Quando la moglie è scomparsa, l’attore è rimasto con i figli di 5 e 12 anni: “I miei figli mi dicono ti amo. Quanti figli ti dicono: ti amo? Sono bravi. Il grande, una volta, mi disse: io l’adolescenza non l’ho avuta, mamma è morta che avevo 12 anni e non ho avuto nessuno da punire”.
Giallini ha un animo gentile, se ne è reso conto quando era bambino: “Sa la verità? Che io non posso sobbarcarmi tutto. L’animo gentile, l’animo vicino a Dio, prende tutto. Perché è sensibile, perché ha uno sbaglio di sangue, di vene, di capoccia. Ho capito di avere l’animo gentile da bambino. Quando vedevo tutti felici a casa. Papà, dopo dieci ore di lavoro, tornava in un buco, morto di fatica, un po’ bevuto per non sentire, non capire, e mi faceva l’occhiolino e tutti ridevano, e io facevo finta di andare in bagno e mi veniva da piangere”.
Con il quotidiano ha ricordato una caduta in moto: “Cinquantadue fratture in un colpo solo. Mi sogno a volte l’attimo che pinzo. Io vado forte. Nelle borgate, ci si giocavano anche i denari, andando a 200 o 240 all’ora. Correvo verso casa, sul bagnato. In moto so andare a un livello che pensavo di essere un dio, finché ti rendi conto che le cose possono accadere”.