L'assalto ai bancomat si consumava in 10 minuti. Il tempo che trascorreva dall'arrivo alla fuga. Il catanese Andrea Tropea impiegava solo 5 minuti per sradicare la postazione, manovrando con grande abilità l'escavatore utilizzato per perpetrare i colpi. Assalti pianificati.
E' uno dei particolari dell'ordinanza che ieri ha portato all'arresto di una banda che rapinava i bancomat tra Marsala e Trapani. Qui i particolari.
I componenti del commando avevano, ciascuno, un ruolo ben preciso e l'area dove operavano veniva isolata da uomini incappucciati che facevano da palo i quali mettevano sull'asfalto strisce chiodate per bloccare l'eventuale arrivo delle auto delle forze dell'ordine nella zona in cui la banda agiva. Gli inquirenti parlano di “vere e proprie azioni di guerriglia”. I “professionisti della spaccata” si muovevano con precisione chirurgica e dopo aver sradicato lo sportello bancomat lo caricavano sul furgone. Poi la fuga.
Un particolare rivela il livello di professionalità degli indagati. Nel furgone impiegati nel furto ai danni dell'istituto di credito della frazione di Xitta è stata rinvenuta una bomboletta di ossigeno che serviva per disinnescare i cosiddetti “sistemi intelligenti di neutralizzazione delle banconote”.
Ma la banda del bancomat disponeva anche di dispositivi per l'inibizione delle radiofrequenze. Nell'assalto al Credito cooperativo Toniolo di Marsala venne utilizzato il Jammer che ha impedito agli abitanti della zona di chiamare le forze dell'ordine. I loro telefonini, infatti, erano senza segnale.
All'alba di giovedì il blitz della polizia culminato in 19 arresti tra Trapani, Marsala e Catania. Un blitz scattato a conclusione di complesse indagini avviate il 10 luglio del 2019 quando i “professionisti della spaccata” misero a segno il loro primo “colpo”, prendendo di mira lo sportello bancomat della banca Intesa di Marsala.