Marsala, San Vito Lo Capo, Salemi, Erice e Campobello di Mazara sono i cinque comuni della provincia di Trapani che percepiranno dalla Regione dei fondi per la promozione turistica, oltre due milioni di euro, destinati ai Comuni “premiati” a livello nazionale.
Due milioni e trecentomila euro a 41 Comuni siciliani per attivare o potenziare interventi o servizi di accoglienza e promozione territoriale e turistica. Lo prevede un decreto congiunto firmato dagli assessori regionali alle Autonomie locali Marco Zambuto e all’Economia Gaetano Armao, che ha ripartito le somme tra gli enti che hanno ottenuto, negli anni scorsi, il riconoscimento di “Bandiera blu”, “Bandiera verde”, “Borgo dei borghi” o “Borgo più bello d'Italia”.
«Il governo Musumeci – sottolineano gli assessori Zambuto e Armao – continua a essere a fianco dei Comuni siciliani. Abbiamo voluto premiare tutti quegli enti locali che sono stati insigniti di prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale per le attività di promozione e attrazione turistica, ma anche per la gestione sostenibile del territorio, la salvaguardia dell’immenso patrimonio artistico e naturalistico dell’Isola».
Ecco a chi vanno le risorse.
“Borgo più bello d’Italia”: un milione di euro per 21 Comuni.
Sambuca di Sicilia (provincia di Agrigento), Sutera (Caltanissetta), Militello e Castiglione di Sicilia (Catania), Troina e Sperlinga (Enna), Castelmola, Castroreale, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, San Marco d’Alunzio e Savoca (Messina), Gangi, Geraci Siculo e Petralia Soprana (Palermo), Monterosso Almo (Ragusa), Ferla e Palazzolo Acreide (Siracusa), Erice e Salemi (Trapani).
“Borgo dei borghi”: trecentomila euro per 4 Comuni.
Sambuca di Sicilia (Agrigento), Montalbano Elicona (Messina), Gangi e Petralia Soprana (Palermo).
“Bandiera blu”: settecentomila euro per 8 Comuni.
Menfi (Agrigento), Alì Terme, Lipari, Santa Teresa di Riva e Tusa (Messina), Ragusa, Ispica e Pozzallo (Ragusa).
“Bandiera verde”: trecentomila euro per 12 Comuni.
Catania, Giardini Naxos (Messina), Palermo, Balestrate e Cefalù (Palermo), Modica, Santa Croce Camerina e Vittoria (Ragusa), Noto (Siracusa), Campobello di Mazara, Marsala e San Vito Lo Capo (Trapani).
Scala dei Turchi - Una perizia idrogeologica, la definizione del progetto e la realizzazione delle opere di regimentazione delle acque in superficie e nel sottosuolo.
Sono i prossimi passaggi che il governo Musumeci ha messo in cantiere per assicurare la tutela della Scala dei Turchi, la parete rocciosa lungo la costa di Realmonte, e ottenerne il dissequestro da parte della Procura di Agrigento. L'assessore regionale al Territorio e ambiente, Toto Cordaro, ha eseguito oggi un sopralluogo nella zona insieme al direttore della Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, Maurizio Croce, al dirigente responsabile della Protezione civile di Agrigento, Maurizio Costa, al presidente della Commissione Ambiente dell'Ars, Giusi Savarino, al sindaco di Realmonte, Santina Lattuca, e al consulente della Procura, Gabriele Freni. Si è convenuto che i lavori saranno realizzati dalla struttura contro il dissesto idrogeologico, guidata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
«Prosegue il nostro impegno - afferma l'assessore Cordaro - per la tutela e la valorizzazione di questo straordinario tesoro naturalistico siciliano. Nell'ottica di una leale collaborazione istituzionale con il procuratore Luigi Patronaggio, abbiamo stilato un cronoprogramma che ci consentirà di restituire al più presto la Scala dei Turchi alla collettività. Nei prossimi giorni sarà redatta la perizia idrogeologica, passaggio preliminare al progetto e ai lavori di regimentazione delle acque in superficie e nel sottosuolo, che rappresentano la causa principale di erosione».
Il governo regionale in questi mesi ha già realizzato due interventi di messa in sicurezza del sito, per un importo di quasi un milione di euro. Il primo, attraverso la struttura contro il dissesto idrogeologico, si è concentrato sulla parte a monte. Il secondo, ad opera del dipartimento della Protezione civile, ha predisposto nella parte a valle l'inserimento di barriere per impedire l'ingresso nella zona e l'installazione di un sistema di monitoraggio e di allarme.
«Alla fine di questo percorso - conclude Cordaro - affronteremo il tema della gestione del bene: si tratterà di trovare una soluzione che, da un lato, impedisca gli atti di vandalismo che si sono ripetuti in questi anni e, dall'altro, assicuri a tutti i siciliani e ai turisti la fruizione dell'area in sicurezza e nella piena tutela dell'ambiente».