"La Sicilia prima regione d’Italia per smaltimento in discarica dei rifiuti nonostante i positivi tentativi di inversione di marcia nella politica di settore. Ben il 35 per cento contro il dieci per cento massimo stabilito dall’Ue e anche dal nostro Paese. E la discarica è la modalità più inquinante e costosa di smaltimento. La Cisl ritiene che vada incoraggiata e incentivata la gestione integrata del processo: dalla prevenzione e riduzione al riuso e riciclo degli scarti. Al loro recupero energetico”.
Così la Cisl siciliana che ha dedicato al tema della ‘Gestione dei rifiuti urbani e all'economia circolare per lo sviluppo sostenibile’, un webinar che ha tra l’altro messo in luce che “la valorizzazione energetica dei rifiuti non può che riguardare la quota residuale”, a valle di un’organizzazione del processo che deve coinvolgere, secondo una logica di tipo industriale, il 41 per cento della quota organica prodotta nell’Isola; l’allungamento della vita utile dei beni; l’incremento della differenziata ancora troppo bassa soprattutto a Palermo, Catania e Messina. Infine appunto, il recupero di energia termica ed elettrica per la quota non riciclabile.
“Su questi temi – Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl regionale – chiediamo al governatore Musumeci di aprire il confronto con tutti gli attori sociali interessati al cambiamento. Noi vogliamo confrontarci sulle strategie e le modalità di sviluppo sostenibile anche alla luce della possibile crescita dell’occupazione e delle ricadute sui bilanci familiari”.
Le inefficienze del ciclo, ha rimarcato Paolo Sanzaro della segreteria regionale Cisl, infatti “si riversano sui bilanci dei Comuni e su quelli delle famiglie in termini di maggiore incidenza della già pesante Tari. Serve una nuova governance”.