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18/06/2021 06:00:00

Trapani, giornalismo e veleni. Criscenti a processo ... per dei post del 2015

 La provincia di Trapani è quella dove la stampa dovrebbe avere un'importanza fondamentale, data la quantità enorme di storie da raccontare, di scandali da approfondire. Invece, i giornalisti sono i principali nemici di loro stessi,  a volte.

Negli anni la categoria è stata ridotta al minimo, e i pochi rimasti si fanno la guerra tra loro. Capita così ad un decano dei giornalisti trapanesi, Gianfranco Criscenti, una vita tra l'Ansa e il Giornale di Sicilia, di essere rinviato a giudizio per diffamazione da parte di un collega, Rino Giacalone, impiegato allo Iacp e collaboratore de La Stampa, per una serie di post del 2015 (cioè di sei anni fa ...), collegati ad alcune dichiarazioni di Criscenti rese in un dibattimento del 2019 ...

E' singolare che una categoria che dovrebbe lottare compatta contro il vizio delle querele temararie da parte di politici e imprenditori, con giornalisti chiamati a rispondere di presunte diffamazioni per le inchieste che fanno, si trovi ad assistere a questo triste spettacolo: un giornalista che ne querela un altro ... 

Volano gli stracci. E la sensazione è che ci sia stato qualcuno che ha lavorato, nell'ombra, per compromettere la credibilità dei giornalisti trapanesi. Ne è convinto Gianfranco Criscenti. Proprio ieri ha rilasciato a Tp24 una dichiarazione molto dura. "Trapani è un verminaio", ha detto. 

"Oggi - continua Criscenti - non posso escludere che qualcuno mi abbia servito una polpetta avvelenata, dicendomi che c'era un'indagine su Rino Giacalone, per danneggiare l'immagine di entrambi. Se così stanno le cose, si è servito di una fonte di mia assoluta e collaudata fiducia, che si è prestata al 'gioco'. Solo chi conosce, dall'interno, certi meccanismi ha potuto architettare il tranello. Certo, è un'ipotesi, ma plausibile".

Criscenti, dunque, sarà processato per aver 'offeso la reputazione' di Giacalone. Per lui è scattata la citazione diretta a giudizio. La singolarità della vicenda sta non solo nel fatto che i post ritenuti offensivi sono del 2015, ma che alludono a Giacalone, senza citarlo mai (pratica, tra l'altro, molto diffusa, sui social, alla quale lo stesso Giacalone, come altri non si sottrae, storpiando nomi di città e persone, va detto). Uno dei post recita: “C’è un insospettabile personaggio ritenuto dalla società come un’icona e un paladino (il cui nome al momento non può essere noto) che è finito iscritto nel registro degli indagati per ipotesi di reato legate alla sua professione”. E' il 20 aprile 2015.

Poi, accade che il post diventa una notizia per Telesud, l'emittente televisiva di Trapani, che fa proprio il nome di Rino Giacalone. Editore e giornalista sono stati condannati in primo grado (il direttore, Rocco Giacomazzi, è nel frattempo deceduto).  Criscenti, chiamato a testimoniare, dice in un'udienza del Giugno del 2019 che i suoi post si riferivano a Giacalone. E lì, quindi, scatta la querela per diffamazione a mezzo stampa  (un po' singolare, dato che, sulla stampa, proprio di quell'udienza non si è mai parlato ...). Va anche detto che Criscenti si riferiva nei sui post ai rapporti del collega Giacalone con l’ex presidente di Confindustria Trapani, Davide Durante.  Come finirà non lo sappiamo, ma di certo è che l'immagine del giornalismo in provincia di Trapani ne uscirà ancora un po' più ammaccata ..