“I comuni siciliani sono in grave difficoltà finanziaria per l’iniquità di un federalismo fiscale che, con parametri vantaggiosi solo per il Nord, ha messo fuori controllo i conti degli enti locali.
Le regioni più ricche garantiscono maggiori gettiti ai comuni, ma nel mezzogiorno in ragione di un aumento vertiginoso delle tasse locali, le entrate dei municipi non sono più sostenibili. La pandemia, infine, ha distrutto i bilanci ed oggi in Sicilia su 391 comuni oltre il 75% si trovano in condizioni di dissesto, pre-dissesto e di deficit strutturale.
E’ indispensabile che governo e parlamento nazionali cambino rotta e non scarichino sui bilanci delle regioni del sud il peso dei trasferimenti ai comuni. Nessuno può sentirsi esente da responsabilità sulla fase critica che attraversano gli enti locali, men che meno i Cinquestelle che governano l’Italia ininterrottamente dall’inizio della legislatura.
La Sicilia, in particolare, che è quasi una Regione-Stato, deve poter ottenere le risorse che le spettano da Statuto e dal riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. C’è una legge voto, di cui sono prima firmataria, ferma ancora al Senato ed alla Camera, che se approvata, da sola ci restituirebbe 5 miliardi l’anno. Auspico che il governo Musumeci apra una forte vertenza con il governo Draghi per sostenere finanziariamente i comuni siciliani e spero che anche l’assessore Armao nel suo ruolo di coordinatore in seno alla Conferenza delle Regioni lavori per un risultato concreto che allarghi lo spettro dei trasferimenti agli enti locali anche con i fondi dell’Unione Europea”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, firmataria della mozione che denuncia lo stato comatoso dei conti pubblici dei comuni siciliani.