Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/06/2021 12:46:00

 Lottizzazione “abusiva” a Petrosino, pm chiede l’assoluzione dei sette imputati

 Cadono le accuse nel processo che davanti il Tribunale di Marsala vede imputate sette persone per una presunta lottizzazione abusiva a scopo di interventi edilizi a Petrosino. A chiedere l’assoluzione degli imputati è stata lo stesso pubblico ministero, Antonella Trainito.

Al centro della vicenda ci sono i fratelli marsalesi Luigi e Diego Li Causi, di 68 e 59 anni, insieme a due tecnici professionisti privati, un imprenditore edile e due tecnici del Comune di Petrosino. Nell’ordine, Mariano Salvatore Pulizzi, di 60 anni, Andrea Marino, di 57, Salvatore La Mantia, di 45, anche loro marsalesi, Maurizio Giuseppe Cocchiara, di 54, e Vito Laudicina, di 64.

Gli ultimi due, tecnici comunali, sono imputati anche per abuso d’ufficio in concorso. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Niccolò Volpe, che è stato il pm all’inizio del processo, mentre a difendere i sette imputati sono gli avvocati Massimiliano Tranchida, Ignazio Bilardello, Paolo Paladino, Luana Li Causi e Valerio Vartolo.

I legali hanno tenuto le loro arringhe dopo la requisitoria del pm Trainito. I fratelli Li Causi sono i proprietari dell’area sulla quale, secondo l’iniziale accusa, sarebbe stata attuata la contestata lottizzazione abusiva. Un’area in territorio di Petrosino, in via dei Pescatori, classificata zona “C/5” (insediamenti stagionali), in zona dichiarata sismica di 2° categoria, che in parte, per 1.360 metri quadrati, è nella fascia di “inedificabilità assoluta” in quanto a meno di 150 metri dal mare, mentre il resto è entro i 300 metri. E cioè sottoposta a vincolo paesaggistico. La Procura ha individuato come “parti offese” il Comune, il Genio Civile e la Soprintendenza di Trapani. Pulizzi e Marino sono i “direttori dei lavori” che, nel tempo si sono succeduti (prima Pulizzi e poi Marino), mentre La Mantia è l’imprenditore edile legale rappresentante della società “P.L.C. Costruzioni srl”, che secondo l’accusa sarebbe stata l’esecutrice delle “opere abusive realizzate”.