Arriva in Parlamento il caso di San Vito Lo Capo, il borgo turistico più noto della provincia di Trapani che però devo affrontare due problemi tra loro collegati: gli incendi che ogni anno, in estate, devastano il territorio, comprese le Riserve dello Zingaro e di Monte Cofano, e la mancanza di una strategia di tutela del territorio, con il rischio che la montagna frani, soprattutto nella frazione di Macari. Su questa vicenda abbiamo dedicato un articolo approfondito su Tp24 che potete leggere cliccando qui.
La novità è adesso che sul caso è stata presentata un'interrogazione parlamentare firmata da Raffaele Trano, deputato del Gruppo Misto, e dal collega Pino Cabras.
"Macari, frazione di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, è un borgo marinaro che si affaccia sull'omonimo golfo, in un territorio dove si trovano alcune tra le più belle spiagge dei Mediterraneo - scrivono i deputati -. Il piccolo centro è stato il set della fortunata serie televisiva omonima «Màkari», con Claudio Gioè, ispirata ai gialli di Gaetano Savatteri, andata in onda in prima serata su Rai Uno nel marzo 2021 e venduta all'estero, incuriosendo e affascinando il grande pubblico".
"Si tratta - aggiungono - di un pezzo pregiato del patrimonio naturalistico e culturale italiano e di un attrattore per il turismo internazionale". Tra l'altro proprio il turismo è al centro del Pnrr (ovvero il "recovery fund").
"Macari, però, è anche un territorio fragile e da anni, tanto a livello centrale quanto a livello locale, sembra che poco o nulla sia stato fatto per evitare la perdita di un simile gioiello - denunciano i due parlamentari -. La frazione di San Vito Lo Capo ha subito un evento franoso già nel 2001 che, solo per un caso non ha fatto vittime".
Le reti paramassi non sono mai state collaudate, "nemmeno dopo che due spaventosi incendi le hanno attaccate, nel 2012 e nell'estate 2020".
"In quest'ultimo caso - denunciano i parlamentari - il rogo ha rischiato di distruggere per sempre anche la Riserva dello Zingaro; non è stato dato seguito alle disposizioni della Protezione civile nazionale che imponeva la messa in sicurezza e il rimboschimento dell'area, consentendo così alle fiamme di propagarsi su un'area giudicata con la massima classifica di pericolo".
L'interrogazione riprende anche la vicenda, raccontata da Tp24, del curioso cartello messo dal Comune di San Vito Lo Capo che «consiglia» ai residenti e ai turisti di non soggiornare nelle camere lato montagna, temendo che da un momento all'altro, possano verificarsi frane. Secondo i parlamentari questo cartello non ha nessuna "ratio" giuridica, nessuna legittimità. Piuttosto, nell'interrogazione si segnala che "non c'è un piano per garantire l'incolumità pubblica e inutili, sinora, si sono rivelati i richiami della Protezione civile nazionale al comune".
A San Vito Lo Capo, inoltre, il Piano comunale di Protezione civile non è aggiornato dal 2013.
Insomma, per tutti questi motivi i due parlamentari chiedono al Governo Draghi di chiarire quali iniziative intende adottare "per tutelare l'area di Macari e garantire sicurezza a residenti e turisti", e per chiarire anche le "ragioni per le quali, nel corso degli ultimi anni, potrebbero essersi determinati tanti danni causati dagli incendi", soprattutto per l'assenza "di un piano antincendio e di protezione civile".
MONTE BONIFATO. Situazione analoga ad Alcamo, dove Monte Bonifato è stato già attaccato da un incendio e il comitato di cittadini per la salvaguardia della montagna chiede, invano, interventi di tutela per Riserva Naturale Orientata di Bosco d’Alcamo. "Abbiamo assistito, ancora una volta - scrivono i cittadini - alla distruzione, che ormai si può definire “sistematica” di quello che un tempo fu un rigoglioso bosco di conifere, polmone verde di un intero comprensorio, regolatore del clima, scrigno di biodiversità, luogo di ristoro di menti e corpi, e potremmo continuare ancora per molto, ad elencare la preziosità racchiusa in appena 335 ettari. A nostro parere non una delle tante azioni, che avrebbero potuto essere messe in atto, in decenni di incuria e abbandono, è mai stata seriamente presa in considerazione da chi, se non altro per dovere istituzionale, dovrebbe tutelare il bene comune. Quello di cui però non si tiene conto è che però, le coscienze sono cambiate e in questa ritrovata visione, il Comitato per la Tutela e Salvaguardia del Monte Bonifato, ha inoltrato alla Procura della Repubblica un esposto, a firma dei suoi numerosi componenti, perché vengano acclarate responsabilità, omissioni, negligenze, ove presenti. Siamo fiduciosi di un attenta analisi di quanto accaduto durante il lungo e penoso sviluppo dei recenti fatti, che tolgono ad una intera comunità, anche la dignità di farne parte. Noi residenti auspichiamo altresì che le ordinanze vigenti vengano fatte rispettare e che le medesime amministrazioni che le emanano le rispettino esse stesse, non solo per dovere di coerenza verso i cittadini, a cui spesso si attribuiscono semplicisticamente responsabilità di incuria dei terreni, ma soprattutto per rimuovere tempestivamente i pericoli che insistono lungo la strada che porta a Monte Bonifato".
"Attendiamo di sapere - continuano - quali misure di prevenzione saranno poste in essere nel periodo estivo e nelle giornate ad alto rischio, per prevenire incendi che non si aggiungano a quelli degli anni scorsi e che possano “completare” il quadro di devastazione e perdita di superficie boscata cui assistiamo impotenti da troppo tempo e che mettono a rischio anche le vite ed abitazioni dei residenti".
PREFETTURA. A Trapani si è svolta in videoconferenza un’ulteriore riunione presieduta dal Prefetto Filippina Cocuzza, allo scopo di verificare le iniziative già intraprese dai sindaci del trapanese nell’ambito delle strategie di prevenzione degli incendi boschivi e di interfaccia.
Alla riunione hanno partecipato, fra gli altri, i sindaci e i commissari straordinari dei Comuni della provincia, i rappresentanti del Libero Consorzio Comunale, del Corpo Forestale, dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell’Ordine e di tutti gli Enti deputati al contrasto del fenomeno.
Nell’occasione, il Prefetto ha richiamato nuovamente l’attenzione degli amministratori, nella veste di autorità locali di protezione civile, al costante ed attento controllo del territorio, anche alla luce dei recenti episodi di incendio che hanno interessato il territorio di questa provincia. All’incontro ha partecipato anche il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Sicilia, l’ingegnere Gaetano Vallefuoco, che, unitamente al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Trapani, ingegnere Salvatore Tafaro, ha assicurato la massima collaborazione in merito al contrasto del fenomeno dei roghi boschivi e di interfaccia.
Con l’occasione, è stata ufficializzata la sottoscrizione della Convenzione tra il Ministero dell’Interno– Dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, la Regione Siciliana, il Comune di Favignana, il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco e il Corpo Forestale della Regione Siciliana, per l’attuazione di un presidio stagionale dei Vigili del Fuoco nell’isola di Favignana, al fine di garantire la sicurezza del relativo territorio nel periodo estivo, caratterizzato da una maggiore presenza turistica e, contestualmente da condizioni ambientali tali da ingenerare un incremento significativo del rischio per la popolazione per i beni e per l’ambiente. A tal fine, il Comune di Favignana metterà a disposizione appositi locali e la Regione Siciliana finanzierà gli oneri inerenti tale servizio, fornito dal personale del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.